Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

l-albero-che-cammina

l-albero-che-cammina
L'albero che cammina 2004 184 Josip Osti: l'albero che cammina, corre vola e la poesia con lui. Il libro che raccoglie il meglio di uno dei maggiori poeti europei contemporanei. 88-86203-38-1 Poesia come pane Jolka Milič Jolka Milič Questo è il miglior libro di poesia scritto finora da Josip Osti. Privo di immagini di morte, contiene pura poesia. Sarajevo si rallegra di aver ricevuto un libro d’amore e di devozione da questo suo concittadino e a me dispiace di non potergli conferire qualche medaglia ufficiale: perciò gli conferisco la Medaglia per la devozione alla nostra città.
(Izet Sarajlić, poeta bosniaco, su Il sigillo di Salomone, in: “Dnevni avaz”, 19 dicembre 1995)

*

Caro Josip, non solo hai conquistato una nuova lingua, ma hai scritto una delle migliori raccolte di poesia della lirica slovena contemporanea.
(Milan Dekleva, poeta sloveno, su Il Narciso carsico, nella sua lettera del 29 marzo 1999)

*

Josip Osti, un poeta affascinato dall’amore e dall’intimismo. Votato all’amore interamente: cuore, animo e mente.
(Marjan Tomšić, scrittore sloveno, in: Josip Osti, Con l'oro antico dei ricordi, Venilia editrice 1997)

Ad un tratto sembra che con il passaggio a un'altra e diversa lingua la voce poetica di Osti abbia subìto certi cambiamenti nella sua tonalità: le poesie diventano più soavi, come se lo sloveno lo avesse aiutato a istaurare una distanza nei confronti della tragedia della sua patria bosniaca distrutta dalla guerra.
(Boris A. Novak, poeta sloveno, nella recensione de Il Narciso carsico)

Osti crede di poter salvare con le parole il mondo, la vita, l'anima umana... Sembra che la parola amore sia la più frequente in questo libro. L'amore traspira dai versi di Osti, da ogni sua parola, da ogni sua lettera.
(Simona Vozelj, giornalista slovena, nella recensione radiofonica de Il Narciso carsico, il 15 maggio 1999)
ETERNITÀ DI UN ISTANTE

Come traboccava il latte nel pentolino
sul fornello acceso ogni qualvolta
mia madre si permetteva un attimino
di disattenzione, così nell’istante in cui
mi sono solo voltato dietro di te,
è traboccata oltre il recinto dell’orto
la chioma del sambuco in fiore.

*

OGNI VOLTA CHE C’INCONTRIAMO CI GUARDIAMO A LUNGO

Ogni volta che c’incontriamo, ci guardiamo a lungo...
Quando inaspettatamente c’incontriamo sul sentiero
che va nel bosco o nel vigneto, ed anche quando
nel giardino attraverso l’erba, strapiena di denti
di leone in fiore, simili a stelle, mi si avvicina
nuda. Con agili movenze. Impercettibilmente,
come camminando in punta di piedi. Nei suoi
begli occhi, dai quali spira il freddo del pozzo
più profondo, ogni volta vedo i miei occhi
e in essi raddoppiato il sole cocente.
Non so se anche lei sente il mio grande
desiderio, come io il suo, di baciarci con
passione... Ogniqualvolta c’incontriamo,
ci guardiamo a lungo... Così finisce ogni
mio incontro con la serpe.

*

DOPO LA GUERRA CI COSTRUIAMO LA CASA

Dopo la guerra costruiamo una casa... Dopo
un’altra guerra, durante la quale molti son
rimasti senza tetto sopra la testa, costruiamo
la casa e sistemiamo il giardino attorno ad essa.
La costruiamo simile al guscio della chiocciola,
piccola e bella ma per due. Impariamo dalle
rondini. Chiediamo consigli al vento e alla pioggia.
La costruiamo con le mani che sanno di terra,
nella quale ritorna tutto ciò che da essa è cresciuto.
Con le mani che si toccano teneramente e stanche
scoppiano a ridere come il fiore di sambuco. Ci aiutano
la pietra e l’acqua che uniamo al profumo di lavanda
e a immagini oniriche... Dopo la guerra costruiamo
la casa... Per due corpi che giaceranno nel letto
come sotto un melo fiorito, e per due anime
che passeggeranno dentro placidamente, così
come oggi vaga dentro l’anima della vecchina
che è vissuta e morta tra le sue mura... Costruiamo
muretti che ci separeranno dalla crudele realtà,
e scale che ci conduranno oltre le cose note, dove
giungono solo coloro che si vogliono bene... Dopo
la guerra costruiamo la casa... Giorno e notte,
anche se ci rendiamo conto che stiamo costruendo
le macerie di domani.
VEČNOST TRENUTKA

Tako kot je mleko, ki se je kuhalo
v loncu na štedilniku, vsakič, v
trenutku mamine najmanjše nepazljivosti,
prekipelo, tako je v trenutku,
ko sem se samo obrnil za tabo,
čez ograjo vrta prekipela krošnja
pravkar razcvetelega bezga.

*

KADARKOLI SE SREČAVA, SE DOLGO GLEDAVA

Kadarkoli se srečava, se dolgo gledava...
Ko se nepričakovano srečava na poti,
ki pelje skoz gozd ali vinograd, in tudi
ko se mi v vrtu skoz travo, prepolno
regratovih cvetov, podobnih zvezdam,
bliža gola. Z gibkimi gibi, Popolnoma
neslišno, kot da gre po prstih. V njenih
lepih očeh, iz katerih veje hlad
najglobljega vodnjaka, vsakiè vidim svoje
oči in v njih podvojeno pekoče sonce.
Ne vem, ali tudi ona èuti mojo veliko
željo kot jaz njeno, da bi se vsaj enkrat
strastno poljubila... Kadarkoli se srečava,
se dolgo gledava... Tako se konča vsako
moje srečanje s kačo.

*

PO VOJNI ZIDAVA HIŠO

Po vojni zidava hišo... Po še eni vojni, v
kateri so mnogi ostali brez strehe nad
glavo, zidava hišo in urejava vrt okrog
nje. Zidava jo po zgledu na polževo,
majhno in lepo, toda za dva. Učiva se pri
lastovkah. Za nasvet sprašujeva veter in
dež. Zidava jo z rokami, ki dišijo po
zemlji, v katero se vrača vse, kar je iz
nje zraslo. Z rokami, ki se nežno
dotikajo in utrujene glasno smejijo kot
bezgov cvet. Pomagata nama kamen in voda,
ki ju združujeva z vonjem sivke in
podobami iz sanj... Po vojni zidava hišo...
Za telesi, ki bosta ležali v postelji kot
pod cvetočo jablano, in duši, ki se bosta
po njej tiho sprehajali tako kot danes po
njej tava duša starke, ki je živela in
umrla za njenimi stenami... Zidava zidke,
ki naju bodo ločili od krute resničnosti,
in stopnice, ki naju bodo peljale onstran
znanega, kamor prideta le tista, ki se
imata rada... Po vojni zidava hišo... Dan
in noč, čeprav se zavedava, da gradiva
jutrišnje ruševine.
Osti Josip
Josip Osti, poeta, narratore, saggista, critico letterario, curatore di antologie e traduttore, nato nel 1945 a Sarajevo dove si è laureato alla Facoltà di filosofia. È stato redattore del giornale studentesco Naši dani (I nostri giorni), redattore nella casa editrice Veselin Masleša, segretario della Sezione dei letterati della città di Sarajevo e direttore della Manifestazione letteraria internazionale I giorni di poesia di Sarajevo, redattore della rivista Books in Bosnia and Herzegovina, presidente dell’Associazione dei traduttori letterari della Bosnia ed Erzegovina.
Da giovane praticava anche l’atletica: è stato più volte recordman e campione della Bosnia ed Erzegovina nelle gare sprint, campione giovanile della Jugoslavia in pista di 400 metri e inoltre per parecchi anni membro della rappresentanza atletica jugoslava.
Dal 1990 vive in Slovenia (a Ljubljana e a Tomaj sul Carso che negli ultimi anni è la sua fissa dimora). Fino al pensionamento in Slovenia nel 2007, era libero artista, vivendo, come soleva dire, d’amore e di ciò che scriveva e traduceva. Dal 1997 scrive anche in lingua slovena. Per più di dieci anni è stato collaboratore stabile esterno della Radio Slovenia. Due anni editorialista del quotidiano Dnevnik di Ljubljana e collaboratore di giornali e riviste letterarie in cui oltre alla poesia pubblicava saggi e critiche letterarie.
L’opera completa di Osti d’allora in poi, realizzata tanto nella lingua dei ricordi (come chiama il suo serbocroato ossia il bosniaco di provenienza croata) quanto in sloveno, consiste in più di 37 raccolte di poesia, 8 libri di prosa e 28 volumi di saggi, critica letteraria e testi pubblicistici. Ha curato 14 antologie di poesia e prosa slovena e bosniaco-erzegovese e ha tradotto più di 120 libri e 17 testi di teatro di autrici e autori sloveni, traducendo per giunta anche qualche libro di autori bosniaci-erzegovesi in sloveno. Finora più di 70 suoi libri sono stati tradotti in varie lingue straniere e pubblicati prevalentemente all’estero. Inoltre lui stesso ha tradotto in sloveno parecchi suoi libri scritti nella sua lingua materna e viceversa, traducendo in sloveno molti libri che aveva scritto nella sua lingua. Molte sue poesie sono state incluse in parecchie antologie di poesia bosniaco-erzegovese, croata, jugoslava e slovena, ma anche in parecchi florilegi di altri pae-si balcanici, mitteleuropei e mondiali.
Nel 2004 viene pubblicata dalla Multimedia Edizioni l’antologia trilingue "L'albero che cammina", la raccolta forse più importante e completa pubblicata in Italia, poi nell'aprile 2008 "Rosa Mystica", scritto in sloveno, nel 2015 la raccolta di haiku "Nella terra di nessuno", 2018 "Tutti gli amori sono straordinari" e infine nel 2020 "Barbara e il barbaro". I cinque volumi sono stati tradotti in italiano dalla grande Jolka Milič, un vero ponte tra Slovenia e Italia.
Ha ottenuto molti premi letterari per prosa e poesia e anche riconoscimenti per le traduzioni: Negli ultimi trent’anni il premio Serate di poesia a Trebinje, 1991, due volte il premio dell’Associazione dei traduttori letterari BiH, 1981 e 1985; la pergamena Župančič, 1985; la pergamena Potokar, 1987; il premio Zlato kolo (La ruota d’oro), 1991; il premio Zlata ptica (L’uccello d’oro), 1992; il prestigioso premio internazionale Vilenica, 1994; una medaglia della Città di Ljubljana, 1997; il premio Veronika, 1999 – (il suo Narciso del Carso è stato giudicato nel 1997 il più bel libro di poesia in tutta la Slovenia vincendo di conseguenza il premio indetto); il premio Oton Zupančič, 2000; nel 2005 a Trieste una menzione speciale per la poesia da “Scritture di Frontiera 2004” per la raccolta trilingue L’albero che cammina – edita da Multimedia Edizioni, Salerno nel 2004); il premio Jenko, 2006 (per la raccolta Tutti gli amori sono straordinari essendo stata ritenuta il più bel libro di poesia dell’anno in Slovenia). Inoltre, nel 2007, gli sono stati assegnati il premio della casa editrice Bosanska riječ (Tuzla, BiH / Wuppertal) per la raccolta Rosa mystica; il premio dell’Unione degli editori e librai BiH e il diploma Lavrin dell’Associazione dei traduttori letterari di Ljubljana per l’opera traduttiva di tutta la sua vita nell’ambito della mediazione della letteratura slovena ad altri popoli. Nel 2015 il Comune di Sežana gli ha conferito la medaglia Srečko Kosovel. Nel 2016 ha vinto il Premio Internazionale Annibale Ruccello per la poesia (Castellammare di Stabia) per la raccolta Tutti gli amori sono straordinari, tradotta da Jolka Milič e pubblicata dalla Multimedia Edizioni di Salerno, e il premio internazionale Pont, ottenuto a Capodistria nel 2018 per il romanzo Črna, ki je pogoltnila vse druge barve (Il nero che ha divorato tutti gli altri colori), pubblicato nel dalla rinomata casa editrice Beletrina di Ljubljana.
È stato uno dei poeti più assidui e fedeli di Casa della poesia. È scomparso il 26 giugno 2021.
15,00 €
Comprami
e Leggimi