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Libro degli addii

Libro degli addii

Izet

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Il testamento poetico di uno dei maggiori protagonisti del secondo Novecento, Izet Sarajlić, il cantore della Sarajevo città martire. L'addio al mondo, all'umanesimo, a una città, al secolo. Con introduzione di Erri De Luca.

 

Nato nel 1930, morto nel 2002, fu visitato in casa da due guerre. Una gli portò via il fratello maggiore, l'adorato Eso, fucilato dalle camicie nere italiane, che occupavano la Jugoslavia al seguito delle truppe naziste. La seconda guerra, degli anni Novanta, gli portò via due sorelle. [..] Chi è sopravvissuto nel 1900 si è trasformato in facchino, portatore su di sé delle vite falciate intorno a lui. Durante l’accerchiamento di Sarajevo, Izet Sarajlic nella sua casa ha resistito agli inverni balcanici bruciando libri nella stufa e scrivendo poesie. Insieme alla compagna della vita, Mikica, ha estratto da lì calore e calorie di resistenza.

Erri De Luca


Il "Libro degli Addii" è l’addio del poeta a molte cose nella vita, a molti amici vivi e morti, in esso con evidente amarezza parla dell’ultima guerra e di quelli che l’hanno causata e allo stesso tempo ricorda i bei tempi oramai coperti dalle oscure ombre della guerra. Queste ombre hanno oscurato sia il passato che il futuro. Ma a nome di questo futuro, Sarajlić cerca di conservare la fede nell’amore che è più forte dell’odio, su questa strada non rinnega “neanche la sua fede nella fratellanza degli uomini tanto vacillante in questa guerra”.

Josip Osti


Izet Sarajlić ha quindi perso più di chiunque altro. L’ho visto a Sarajevo, in occasione della “commemorazione” del millesimo giorno di assedio: ci restavano soltanto gli sguardi per comunicare; le parole ci parevano superflue o insufficienti. Perdite di quel genere non si possono né misurare né comparare. […] Là, dove tutto può accadere, il poeta stesso finisce per riconoscere di aver scritto una raccolta che avrebbe preferito non scrivere. Simili confessioni sono rare in letteratura.
Ci sono dei momenti in cui la letteratura da sola non basta.

Predrag Matvejević

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