Questi borbottii, questi grovigli
il foro nel pane
è la somma totale dell’annientamento.
Dappertutto morti viventi che camminano.
Il gergo di strada è più facile in questi giorni,
c’è poco tempo per riflettere.
Tutto si muove troppo velocedmente per essere colto
in una ragnatela pensante e ciò che comincia
a girare non ha forma. Le merlettaie
hanno smesso di esistere.
L’era delle strette di mano flaccide
guadagna terreno, si infiltra
tiepida e sudaticcia, lo straripamento
del sentimento a caso, del pensiero a caso.
Ciò che passa per affermativo
può essere comprato. È insipido e si confonde
in ogni cosa, è sulla punta della mia lingua
non riesco a dirlo, non perché io non voglia,
ma perché non c’è niente da dire,
assolutamente niente.
These mutterings, these yarns
the hole in the bagel
is the sum total of obliteration.
All around the walking wounded.
Gutter speak comes easy these days,
there’s little time to reflect.
It’s all moving too fast to be caught
in a thinking web and what begins
to spin has no pattern. The lace-makers
have ceased to exist.
The era of limp hand-shakes
is gaining momentum, seeps through
luke-warm and sweaty, the over-spill
of random feeling, random thought.
What passes for affirmative
can be bought. It’s bland & blends
into everything, it’s on the tip of my tongue
I can’t say it, not because I don’t want to,
but because there’s nothing to say,
nothing at all.