Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
87 LXXXVII
Questa, viandante, tomba Lema Gudžević copre
Ella dei Mušić fu, giovane sposa a Grab.
Quattro i figli avuti e fu madre ai tre del marito
Nessun figliastro ferì mai con dura parola,
Mai la voce alzò contro qualcosa e qualcuno
Mai "al diavolo" disse, "che ti pigli un fulmine" mai,
("Siete romanacci, ragazzi", era l'insulto peggiore,
Tutta la gente cattiva roma la chiamava lei)
Tutta la vita pregò per giorno e notte ad Allah
Ogni Ramadan digiunò con tutto il suo cuor.
Sette giorni lottando per rendere l’anima sua
Perdonava a ognuno i peccati e cercava il perdono da tutti
Perdonò il pesce nell’acqua e l’uccello sul monte
Sappi che più di ciò il Sacro Corano non chiede.


Rimski Epigrami
Putniče, ovu smo humku na Gudžević nasuli Lemu,
Koja od Mušića bi udata mladom u Grab.
Rodila četvoro dece, a smačjila muževih troje,
Pastorku nikada svom cvilnu ne kazala reč.
Nikada, ničemu, nikom oseknula ona se nije,
Nikada kazala "vrag", nikada "ubio grom".
(Najteži kar joj je bio "izrimila vi ste se, deco",
Sav je nevaljao svet ona nazivala rim.)
Čitava življenja svoga Allahu se molila šutke,
Svaki Ramazan i post dušom je postila svom.
Sedam se boreći dana da s dušom se rastavi kajnom
Svima je praštala sve, tražila oprost od svih.
Prostila ribi u vodi, oprostila ptici u gori —
Više od ovoga, znaj, ne traži časni Kur’an.


Epigrammi romanii
Šinan Gudžević e Raffaella Marzano