Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Probabile e transitorio Poesie

Probabile e transitorio Provável e transitório
La casa si è addormentata come gli anziani
o i fichi. In questo esilio
si sono spente le luci delle navi della notte
e le loro sagome nelle mattinate luminose.
E sono arrivati gli arbusti.
I cespugli, le more, i topi
si sono impossessati dello scheletro del tavolo
con le posate ossidate e del letto ancora profumato dai seni della tua trasparenza
altre braccia fremono all’incontro con le mie
senza paura dei demoni e degli scorpioni nell’attico,
nei cassetti con le carte delle eredità e nel gelso
che ha alimentato i bachi da seta dell’immaginario.
I morti si sono convertiti al mutismo,
le chiavi sono sparite dalle mani dell’amore che è partito.
Partire così è morire
e la morte del politico sostenuto non è improvvisa
come la legnosità della marionetta, o il metaforico
silenzio del poeta.
Ma non invochiamo il poeta invano, lui non è sagrestano della necropoli,
ma convocato in sede al di sopra del visibile.
Lui è la casa sventrata e il portone chiuso
nel sogno degli anziani.
I fichi rinsecchiti, i topi rintanati nella biblioteca
delle parole sorelle dei pipistrelli
sono il poeta.
La casa morì al passaggio di Hallen
e rivendicò le anime nel cosmo come ad altre comete sarà ordinato un sermone
in gloria del probabile e transitorio della condizione umana.
Quello che rimane è insondabile come le rovine,
il silenzio dei poeti, il nulla.
Il nulla a poppa delle navi
Il nulla oltre l’amore e la morte.


Voce: Ivo Machado, Musicisti: Luca Capasso e Fabio Notari(chitarre)
(Napolipoesia nel Parco, 2009).
A casa adormeceu como os velhos
ou os figos. Nesse exílio
apagaram-se as lâmpadas dos navios da noite
e os seus contornos nas manhãs luzentes.
E chegaram os arbúsculos.
Os silvados, as amoras, os ratos
apossaram-se do esqueleto da mesa
com talheres oxidados e da cama ainda perfumada
pelos seios da tua transparência.
Outros braços fremem de encontro aos meus
sem medo dos demónios e lacraus no sótão,
nas gavetas com papéis de heranças e na amoreira
que alimentou os bichos-da-seda do imaginário.
Os mortos remeteram-se ao mutismo,
as chaves sumiram às mãos do amor que partiu.
Partir assim é morrer
e a morte não é improviso de político tolerado
como trôpega marioneta, ou metafórico
silêncio do poeta.
Mas não invoquemos o poeta em vão, ele não é sacristão
de necrópoles,
antes chamamento à sede sobre o visível.
Ele é a casa esventrada e o portão encerrado
no sono dos velhos.
Os figos mirrados, os ratos aquartelados na biblioteca
das palavras irmãs dos morcegos,
são o poeta.
A casa morreu à passagem do Halen
e reivindicaram almas no espaço como a outros cometas
encomendarão um sermão
à glória do provável e transitório da condição humana.
O resto é insondável como as ruínas,
o silêncio dos poetas, o nada.
O nada à ré dos navios.
O nada além do amor e da morte.


Voce: Ivo Machado, Musicisti: Luca Capasso e Fabio Notari(chitarre)
(Napolipoesia nel Parco, 2009).
Filipa Matos