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04/04/2011

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Boris Novak Slovenia sloveno Boris A. Novak è poeta, saggista, drammaturgo, traduttore e scrittore per ragazzi. Nato a Belgrado nel 1953, si è poi trasferito in Slovenia, a Ljubljana, dove si è laureato in letteratura comparata e filosofia. Ha lavorato nel Teatro nazionale sloveno e per dieci anni è stato redattore letterario per ragazzi. Con la tesi "Ricettività delle forme poetiche romanze nella poesia slovena" (edita nel 1995) ha conseguito il dottorato di ricerca alla Sezione di letteratura comparata e teoria letteraria alla Facoltà di filosofia di Ljubljana, dove insegna dal 1996. Nel 1991 ha insegnato poesia negli Stati Uniti. In campo professionale si occupa principalmente di versologia comparata, e sulla materia ha pubblicato numerosi libri. Dal 1991 al 1995 è stato presidente del PEN sloveno, dal 1994 al 2000 presidente del Comitato di pace del Pen internazionale, in nome del quale ha organizzato l'aiuto umanitario per gli scrittori profughi dalle zone belliche in Bosnia e per gli artisti nella città assediata di Sarajevo durante la guerra nell'ex Jugoslavia, una delle più grandi imprese umanitarie nella storia del Pen sloveno e internazionale. Nel 2002 è stato eletto vicepresidente a vita del Pen internazionale. Tra le raccolte poetiche: "Stihožitje" (Natura morta in versi), 1997; "Hči spomina" (La figlia del ricordo), poemi lirici, 1981; "1001 stih" (1001 verso), poema, 1983; "Kronanje" (Incoronazione), corone di sonetti, 1984; "Vrtnar tišine - Gardener of Silence" (Il giardiniere del silenzio - Gardener of Silence), edizione bilingue con riproduzioni di quadri di Vida Slivnikar Belantič), 1990; "Oblike sveta" (Le forme del mondo), canzoniere di forme poetiche, 1997; "Stihija" (Catastrofe),1991; "Mojster nespečnosti" (Il maestro dell'insonnia), 1995; "Oblike srca" (Forme del cuore), canzoniere di forme poetiche, 1997; "Odsotnost" (Assenza), edizione plurilingue con le stampe del pittore Lojze Spacal, 1999; Alba, 1999; "Odmev" (Eco), 2000, "Žarenje" (Splendore), 2003 e "Obredi slovesa" (Riti dell'addio), 2005. Ha pubblicato anche raccolte poetiche per bambini e ragazzi. Oltre a una serie di recite radiofoniche per l'infanzia ha scritto opere teatrali per adulti: "Vojaki zgodovine" (I soldati della storia) e "Hiša iz kart" (La casa di carte da gioco), edite entrambi nel volume "Dramski diptih" (Dittico drammatico), 1988, la tragedia "Kasandra" (Cassandra) che il teatro Drama di Ljubljana ha messo in scena (poi pubblicata nel 2001). Molte sue poesie e recite teatrali sono state tradotte in diverse lingue. Traduce dal francese, inglese, olandese e dalle lingue cosiddette jugoslave. Nel 2001 ha pubblicato un'antologia sulla lirica moderna francese e nel 2003 la prima scelta slovena della lirica dei trovatori in provenzale antico. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la poesia, l'ultimo dei quali ricevuto dall'Associazione degli scrittori della Bosnia ed Erzegovina che gli ha assegnato il premio internazionale Bosanski stećak.

Nel 2005 ha preso parte agli Incontri internazionali di poesia di Sarajevo.
Opere poetiche

Stihožitje (Natura morta in versi), 1997;
Hèi spomina (La figlia del ricordo), poemi lirici, 1981;
1001 stih" (1001 verso), poema, 1983;
Kronanje (Incoronazione), corone di sonetti, 1984;
Vrtnar tišine - Gardener of Silence (Il giardiniere del silenzio - Gardener of Silence), edizione bilingue con riproduzioni di quadri di Vida Slivnikar Belantiè), 1990;
Oblike sveta (Le forme del mondo), canzoniere di forme poetiche, 1997;
Stihija(Catastrofe),1991;
Mojster nespeènosti (Il maestro dell'insonnia), 1995;
Oblike srca (Forme del cuore), canzoniere di forme poetiche, 1997;
Odsotnost (Assenza), edizione plurilingue con le stampe del pittore Lojze Spacal, 1999; Alba, 1999;
Odmev (Eco), 2000,
Žarenje (Splendore), 2003
Obredi slovesa (Riti dell'addio), 2005.




Ha scritto opere teatrali per adulti: Vojaki zgodovine (I soldati della storia) e Hiša iz kart (La casa di carte da gioco), edite entrambi nel volume Dramski diptih (Dittico drammatico), 1988, la tragedia Kasandra (Cassandra) che il teatro Drama di Ljubljana ha messo in scena (poi pubblicata nel 2001).
NOI POETI SIAMO IMPIEGATI COMUNALI AL SERVIZIO DEL MONDO

di Boris A. Novak

Ho percorso un paradossale cammino poetico: dalla sperimentazione linguistica alla forma classica della poesia, dall'impersonale "soggetto lirico" alla lirica che esprime le proprie emozioni e sentimenti. Agli inizi la mia poesia era inneggiante, limpida, gioiosa, piena di canti che esaltavano il miracolo dell'esistenza di ogni cosa, di ogni creatura e del mondo intero. Divagavo sul misterioso legame di tutto con tutto, grazie all'intreccio del suono con il significato: definendo la mia poetica con il motto che "il suono significa e il significato risuona". Poi ho superato la poesia sonora d'avanguardia e ho scoperto che le forme classiche della poesia rendono possibile la più profonda musica delle parole. Cercavo la perduta integrità del mondo. In seguito, la sua straziante lacerazione ha segnato acerbamente anche la mia poesia. A causa delle guerre nell'ex Jugoslavia negli anni novanta la mia voce poetica si è oscurata: Catastrofe (1991), Il maestro dell'insonnia (1995) ed Eco (2000) sono raccolte di elegie e ballate, in cui la perfezione della forma sottolinea ancora di più la tragica imperfezione e frattura del mondo.
È strano, ma del tutto caratteristico che all'apice della severità formale nella mia voce poetica è ricomparso l'impellente bisogno di esternazione dei sentimenti che si agitavano nel mio intimo. Al poetico ammaestramento dell'insonnia nella "notte mondiale" è susseguita l'aurora di un nuovo giorno - la luce delle poesie d'amore, edite nelle sillogi Alba (1999) e Splendore (2003). La più recente raccolta Riti dell'addio (2005) è un libro di poesie estremamente personali e dolorose, dove cerco di conservare il ricordo delle persone amate e degli eventi, luoghi e momenti che hanno segnato la mia vita. Noi poeti siamo impiegati comunali al servizio del mondo: viviamo per raccogliere gli sguardi e i contatti perduti, la bellezza degli attimi che gli altri rimuovono e abbandonano all'oblio, il fascino delle piccole parole sommesse che agli altri paiono irrilevanti. Scrivere dei bei versi non basta: i versi devono essere veri.



(traduzione di Jolka Milič)