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04/04/2011
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Xhevahir Spahiu
è nato a Malind, un villaggio nel distretto di Skrapari, Albania. Ha studiato letteratura albanese presso l’Università di Tirana, dove si è laureato nel 1967. Da allora ha lavorato come giornalista, insegnante, editore, poeta e drammaturgo.
Ha subito condanne e censure dal regime albanese di Enver Hoxha, accusato di esistenzialismo. È considerato uno dei maggiori poeti albanesi contemporanei e a partire dagli anni ’90 è a capo dell’Unione degli Scrittori albanesi. Le sue opere sono tradotte in diverse lingue.
Ha preso parte all’edizione del 1997 di Verba Volant a Salerno.
Opere
Mëngjes sirenash (1970) – “Mattina delle sirene” ; Ti qytet i dashur (1973) – “Tu, città amata” ; Vdekje e perendive (1977) – “La morte degli dei” ; Dyer dhe zemra të hapura (1978) – “Porte e cuori aperti” ; Bashkohësit (1980) – “Coetanei” ; Agime shqiptare (1981) – “Albe albanesi” ; Zambakët e Mamicës (1981) – “I gigli di Mamica” ; Kitaristët e vegjël (1983) – “I piccoli chitarristi” ; Nesër jam aty (1987) – “Domani sono lì” ; Heshtje s´ka (1989) – “Non c’è silenzio” ; Dielli i lodrave (1990) – “Il sole dei giochi” ; Poezia shqipe (1990) – “Poesia albanese” ; Kohë e krisur (1991) -”Tempo infranto” ; Ferrparajsa (1994) – “Inferno Paradiso” ; Pezull (1996) – “Sospeso” ; Rreziku (2003) – “Il pericolo” ; Poezi të zgjedhura: 1965-2000 (2006) – “Poesie scelte: 1965-2000“.
La poesia di Xhevahir Spahiu è un richiamo alla libertà, colei che è stata tolta per lungo tempo. E’ un urlo contro l’orrore della prigionia. Quest’immagine richiama sempre il mito di Costantino che continuava a vagare anche dopo la morte. La prigione quindi s’allunga dalla vita alla morte. La vita è vista come un frammento di solitudine dalla quale non si può liberare. La desolazione è l’unica via possibile. Pure l’amore è visto come un “lutto”, perchè amarsi vuol dire cancellarsi e mangiare il cuore l’un l’altro.Nota della sua poesia quindi rimane il pessimismo verso la gente, verso i sogni mai realizzati, verso la libertà sempre cercata e mai raggiunta, verso la morte…che è l’unica via continua e sola.
Anila Resuli
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