La Siria per me
è una ferita sanguinante
è mia madre sul letto di morte
è la mia infanzia sgozzata
è incubo e speranza
è inquietudine e presa di coscienza.
La Siria per me
è un’orfana abbandonata.
È una donna violentata tutte le notti da un vecchio mostro
violata,
imprigionata,
costretta a sposarsi.
La Siria per me
è l’umanità afflitta
è una bella donna che canta l'inno della Libertà
ma le tagliano la gola.
È l’arcobaleno del popolo
che si staglierà dopo i fulmini
e le tempeste.
* * *
I figli della Libertà
non indossano abiti di cotone
la loro pelle presto si abitua alla ruvida stoffa.
I figli della Libertà
indossano abiti usati
e ai piedi scarpe troppo grandi
oppure nudità e ferite.
I figli della Libertà
non conoscono il sapore delle banane
né delle fragole
ma soltanto quello del pane duro
intriso con acqua di Pazienza.
La sera
i figli della Libertà
non fanno il bagno caldo
non giocano con le bolle di sapone
giocano con gli pneumatici
con i sassolini
e con i resti delle bombe.
Prima di andare a letto
i figli della Libertà
non lavano i denti
non ascoltano le favole
di principi e principesse.
Ascoltano il frastuono della paura e del freddo
sui marciapiedi
davanti alle porte delle loro case distrutte
negli accampamenti
o
nelle tombe.
I figli della Libertà
come tutti i bambini del mondo
aspettano
il ritorno della madre.