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04/04/2011

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Schegge di vita on the road nei versi di Sarah Menefee
06/10/1994 Orsola Casagrande Il manifesto - La talpa libri

Negli Stati Uniti gli homeless sono ormai centinaia di migliaia. La «politica sociale» di Reagan ha sbattuto per strada migliaia di famiglie privandole di qualunque sostegno economico pubblico. I comitati e le organizzazioni di homeless sono sparse un po’ in tutte le città. A San Francisco sono molto attivi gruppi come «Food not bombs», la «San Francisco union of the homeless» e la «homeless task force». da anni organizzano azioni di disobbedienza civile, dimostrazioni simboliche, occupazioni di case sfitte, distribuzione di cibo. Ma a San Francisco è vietato distribuire cibo senza una regolare licenza. Sarah Menefee è stata arrestata più volte per aver «violato» questa legge ed essere stata colta in flagrante mentre distribuiva piatti di minestra calda. Sarah Menefee è una poetessa. È nata a Chicago, ha lavorato come infermiera, cameriera, croupier, ballerina e attualmente vive a San Francisco e lavora in una libreria. È una donna minuta, i capelli corti, grandi occhi neri, attentissimi. Recentemente è stata in Italia in occasione della pubblicazione della sua raccolta Il sangue intorno al cuore – pubblicata, con sforzi notevoli, dalla Multimedia Edizioni di Salerno (traduzione di Bruno Gullì, pp. 80, £. 15.000), continuando la sua promozione delle voci dell’altra America. L’accompagnava in questo tour quello che Lawrence Ferlinghetti ha definito «il più grande poeta americano contemporaneo», Jack Hirschman, di cui Multimedia ha pubblicato la raccolta di poesie Soglia Infinita. Hirschman fui espulso dall’Università di Los Angeles dove insegnava per la sua opposizione alla guerra del Vietnam ed è da anni membro del Communist Labor Party. Sarah Menefee è anche corrispondente del settimanale People’s Tribune e pubblica poesie in numerose riviste. Politica e arte sono elementi simbiotici nella vita dei due poeti che, nonostante difficoltà e censure riescono a pubblicare non solo i loro libri, ma anche quelli di numerosi poeti e scrittori americani e stranieri (Hirschman conosce sei lingue ed è un abilissimo traduttore). La poesia di Sarah Menefee colpisce per la sua crudezza, per il suo realismo, ma anche per la sua straordinaria capacità di «congelare» in due o tre righe situazioni, sensazioni ed emozioni. Durante il suo viaggio italiano Sarah ha annotato molti dei graffiti che riempiono le stazioni e i muri delle città e dei centri sociali. In un certo senso i suoi versi sono graffiti, schegge di una realtà che l’autrice conosce molto bene e che riesce a trasmettere con poche parole, come un artista a cui basta uno schizzo per comunicare le sue impressioni. «Quella arrestata con noi che bestemmiava e urlava perché le avevano confiscato il letto era sull’orlo della strada nel mio sogno e cantava così dolcemente». E ancora: «un uomo coi capelli arruffati che ruba un sorso da un cappuccino lasciato in una pioggia di grida di vattene vattene chiamo la polizia vattene». La vita nelle strade, essere senza casa, avere bisogno: sono queste le schegge di esistenza umana fissate da Menefee. Sono piccole frecce che ti colpiscono e che non puoi semplicemente togliere e gettare a terra: hanno una punta avvelenata che ti costringe alla riflessione. Per questo la politicità di questi graffiti è la più intima e la più spietata. «È questa la libertà che dicono il mondo brami? due valanghe di parole che vendono asciugacapelli ultimo grido a prezzi di liquidazione a un impiegato intontito».

Orsola Casagrande