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04/04/2011
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È morta la magnolia
L’amore mi ha fatto poeta
Sono un albero che cammina, corre, vola...
Mia madre che lucidava di continuo le posate
Josip
Osti
Bosnia / Slovenia
serbocroato
Josip Osti, poeta, narratore, saggista, critico letterario, curatore di antologie e traduttore, nato nel 1945 a Sarajevo dove si è laureato alla Facoltà di filosofia. È stato redattore del giornale studentesco Naši dani (I nostri giorni), redattore nella casa editrice Veselin Masleša, segretario della Sezione dei letterati della città di Sarajevo e direttore della Manifestazione letteraria internazionale I giorni di poesia di Sarajevo, redattore della rivista Books in Bosnia and Herzegovina, presidente dell’Associazione dei traduttori letterari della Bosnia ed Erzegovina.
Da giovane praticava anche l’atletica: è stato più volte recordman e campione della Bosnia ed Erzegovina nelle gare sprint, campione giovanile della Jugoslavia in pista di 400 metri e inoltre per parecchi anni membro della rappresentanza atletica jugoslava.
Dal 1990 vive in Slovenia (a Ljubljana e a Tomaj sul Carso che negli ultimi anni è la sua fissa dimora). Fino al pensionamento in Slovenia nel 2007, era libero artista, vivendo, come soleva dire, d’amore e di ciò che scriveva e traduceva. Dal 1997 scrive anche in lingua slovena. Per più di dieci anni è stato collaboratore stabile esterno della Radio Slovenia. Due anni editorialista del quotidiano Dnevnik di Ljubljana e collaboratore di giornali e riviste letterarie in cui oltre alla poesia pubblicava saggi e critiche letterarie.
L’opera completa di Osti d’allora in poi, realizzata tanto nella lingua dei ricordi (come chiama il suo serbocroato ossia il bosniaco di provenienza croata) quanto in sloveno, consiste in più di 37 raccolte di poesia, 8 libri di prosa e 28 volumi di saggi, critica letteraria e testi pubblicistici. Ha curato 14 antologie di poesia e prosa slovena e bosniaco-erzegovese e ha tradotto più di 120 libri e 17 testi di teatro di autrici e autori sloveni, traducendo per giunta anche qualche libro di autori bosniaci-erzegovesi in sloveno. Finora più di 70 suoi libri sono stati tradotti in varie lingue straniere e pubblicati prevalentemente all’estero. Inoltre lui stesso ha tradotto in sloveno parecchi suoi libri scritti nella sua lingua materna e viceversa, traducendo in sloveno molti libri che aveva scritto nella sua lingua. Molte sue poesie sono state incluse in parecchie antologie di poesia bosniaco-erzegovese, croata, jugoslava e slovena, ma anche in parecchi florilegi di altri pae-si balcanici, mitteleuropei e mondiali.
Nel 2004 viene pubblicata dalla Multimedia Edizioni l’antologia trilingue "L'albero che cammina", la raccolta forse più importante e completa pubblicata in Italia, poi nell'aprile 2008 "Rosa Mystica", scritto in sloveno, nel 2015 la raccolta di haiku "Nella terra di nessuno", 2018 "Tutti gli amori sono straordinari" e infine nel 2020 "Barbara e il barbaro". I cinque volumi sono stati tradotti in italiano dalla grande Jolka Milič, un vero ponte tra Slovenia e Italia.
Ha ottenuto molti premi letterari per prosa e poesia e anche riconoscimenti per le traduzioni: Negli ultimi trent’anni il premio Serate di poesia a Trebinje, 1991, due volte il premio dell’Associazione dei traduttori letterari BiH, 1981 e 1985; la pergamena Župančič, 1985; la pergamena Potokar, 1987; il premio Zlato kolo (La ruota d’oro), 1991; il premio Zlata ptica (L’uccello d’oro), 1992; il prestigioso premio internazionale Vilenica, 1994; una medaglia della Città di Ljubljana, 1997; il premio Veronika, 1999 – (il suo Narciso del Carso è stato giudicato nel 1997 il più bel libro di poesia in tutta la Slovenia vincendo di conseguenza il premio indetto); il premio Oton Zupančič, 2000; nel 2005 a Trieste una menzione speciale per la poesia da “Scritture di Frontiera 2004” per la raccolta trilingue L’albero che cammina – edita da Multimedia Edizioni, Salerno nel 2004); il premio Jenko, 2006 (per la raccolta Tutti gli amori sono straordinari essendo stata ritenuta il più bel libro di poesia dell’anno in Slovenia). Inoltre, nel 2007, gli sono stati assegnati il premio della casa editrice Bosanska riječ (Tuzla, BiH / Wuppertal) per la raccolta Rosa mystica; il premio dell’Unione degli editori e librai BiH e il diploma Lavrin dell’Associazione dei traduttori letterari di Ljubljana per l’opera traduttiva di tutta la sua vita nell’ambito della mediazione della letteratura slovena ad altri popoli. Nel 2015 il Comune di Sežana gli ha conferito la medaglia Srečko Kosovel. Nel 2016 ha vinto il Premio Internazionale Annibale Ruccello per la poesia (Castellammare di Stabia) per la raccolta Tutti gli amori sono straordinari, tradotta da Jolka Milič e pubblicata dalla Multimedia Edizioni di Salerno, e il premio internazionale Pont, ottenuto a Capodistria nel 2018 per il romanzo Črna, ki je pogoltnila vse druge barve (Il nero che ha divorato tutti gli altri colori), pubblicato nel dalla rinomata casa editrice Beletrina di Ljubljana.
È stato uno dei poeti più assidui e fedeli di Casa della poesia. È scomparso il 26 giugno 2021.
NOTIZIE BIO-BIBLIOGRAFICHE
JOSIP OSTI, poeta, narratore, saggista, critico letterario, curatore di antologie e traduttore, nato nel 1945 a Sarajevo dove si è laureato alla Facoltà di filosofia. È stato redattore del giornale studentesco “Naši dani” (I nostri giorni), redattore nella casa editrice “Veselin Masleša”, segretario della Sezione dei letterati della città di Sarajevo e direttore della Manifestazione letteraria internazionale “I giorni di poesia di Sarajevo”, segretario dell’Associazione dei letterati della Bosnia ed Erzegovina, presidente dell’Associazione dei traduttori letterari della Bosnia ed Erzegovina e lettore/correttore nella casa editrice “Svjetlost”. È un libero artista, o, come ama dire lui stesso, vive d’amore e di ciò che scrive e traduce in Slovenia, tra Ljubljana e Tomaj sul Carso, e in Bosnia e Erzegovina, a Sarajevo. Dal 1997 scrive anche in lingua slovena.
Raccolte di poesia: Snokradica (Il ladro dei sogni), 1971; Salto mortale, 1974; Tetovirani violinist (Il violinista tattuato), 1976; Grom iz vedra neba (Fulmini a ciel sereno), 1978; Umiru i zmije koje su nas ujedale (Muoiono anche le vipere che ci hanno morso), 1984; Zmijski pastir (Il pastore dei serpenti), 1989; Barbara i barbar (Barbara e il barbaro), 1990; Plamen žar pepeo i obratno (La fiamma, la brace, la cenere e viceversa), 1991; Ljubavno dvorište (Il cortile dell’amore - per l’infanzia,) 1993 e 1995; Sarajevska knjiga mrtvih (Il libro dei morti di Sarajevo), 1993; Mašta na trapezu (La fantasia sul trapezio - per l’infanzia), 1994, Salomonov pečat (Il sigillo di Salomone), 1995; Kraški Narcis (Il Narciso del Carso), 1999; Veronikin prt (Il sudario di Veronica), 2002; Rana u srcu – slavuj u rani (Ferita nel cuore – un usignolo nella ferita), 2002; Večnost trenutka (Eternità dell’istante, con le incisioni di Janko Orač), 2003, Listi (Fogli, con le incisioni di Janko Orač), 2003; Rosa Mystica, 2005; Vse ljubezni so nenavadne (Tutti gli amori sono eccezionali), 2006; Dan in noč vsakdana (I quotidiani giorni e notti,) 2007; Med Koprivo in Križem (Tra Kopriva e Križ), 2007; Sence kresnic (Le ombre delle lucciole), 2007 e Tomajski vrt (Il giardino di Tomaj), 2007.
Libri di prosa: Prvo pa muško (Primogenito e maschio, 1996). Odrastao sam sa životinjama (Sono cresciuto con gli animali), 1996 e 1997 e Učitelj ljubezni (Il maestro dell’amore), 2004.
Libri di saggi, critica letteraria e testi di pubblicistica: Let oko svjetiljke (Il volo intorno alla lampada), 1986; Jevreji u Sarajevu i Bosni (Gli ebrei a Sarajevo e in Bosnia), 1993; Sarajevo – nekada i sada (Sarajevo - una volta e adesso), 1993 e 1994; Mač i pero (La spada e la penna), 1995; Knjiga o knjigama (Il libro sui libri), 1996; Podzemna katedrala (La cattedrale sotterranea), 1996; Radovan Karadžić – pisac i/ili zločinac (Radovan Karadžić – scrittore e/o criminale), 1996; Lica, likovi, krajolici... (Volti, personaggi, paesaggi…), 1996, Tragom Arijadnine niti (Sulle tracce del filo di Arianna), 1996 e Zvijezda u krilu mladoga mjeseca (La stella nel grembo della giovane luna), 1999. Il libro Razgovori sa Izetom Sarajlićem (Conversazioni con Izet Sarajlić), 1991 e il libro-carteggio con Biljana Jovanović Non omnis moriar, 1996.
Antologie: Iz savremene slovenačke poezije (Dalla poesia contemporanea slovena), 1988; Vrt divljih ruža, poslijeratno bosanskohercegovačko pjesništvo (Il giardino delle rose selvatiche, poesia bosniaco-erzegovese del dopo-guerra), 1989, Slovenska kratka priča osamdesetih (Il racconto breve sloveno degli anni Ottanta), 1994; Sedam slovenskih pjesnika (Sette poeti sloveni), 1996; Muze niso molčale, pesmi slovenskih pesnic in pesnikov o vojni v Sloveniji, na Hrvaškem in v Bosni in Hercegovini (Le Muse non tacevano, poesie delle poetesse e dei poeti sloveni sulla guerra in Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina), 1999; Antologija novije slovenske pripovijetke (Antologia del nuovo racconto sloveno), 2001 e U jantaru vremena, antologija slovenske poezije – 1950-2000 (Nell’ambra del tempo, antologia della poesia slovena – 1950-2000), 2006.
Le sue poesie sono presenti in numerose antologie e tradotte in più lingue (circa quaranta suoi libri sono stati tradotti in sloveno, italiano, croato, inglese, boemo, macedone, polacco, bulgaro e turco). Sette le traduzioni italiane: Barbara e il barbaro (traduzione di Jolka Milič, Vodnikova domačija, Ljubljana, 1995); Il Libro di Sarajevo dei morti (traduzione di Stefano de Bartolo, Theoria, Roma-Napoli, 1997); Con l’oro antico dei ricordi – edizione trilingue (traduzione di Jolka Milič, Venilia Editrice, Montemerlo – PD), 1997; Poesie (traduzione di Jolka Milič, en plein edizioni, Milano), 1999; Conflitti – Poesia delle molte guerre (traduzione di Daria Betocchi e Roberto Dedenaro, Avagliano Editore, Salerno), 2001; L’albero che cammina – edizione bilingue (traduzione di Jolka Milič), Multimedia Edizioni, Salerno, 2004 e Rosa Mystica – edizione bilingue, postfazione di Igor Divjak (traduzione delle poesie di Jolka Milič e della prefazione di Sinan Gudžević), Multimedia Edizioni-Casa della poesia, Salerno, 2008.
Ha tradotto circa novanta libri e sedici drammi di autori sloveni. Ha ottenuto molti premi letterari e riconoscimenti per le traduzioni. Negli ultimi quindici anni: il premio Zlata ptica (L’uccello d’oro, 1992); il prestigioso premio internazionale Vilenica, 1994; una medaglia della Città di Ljubljana, 1997; il premio Veronika, 1999; (il suo Narciso del Carso è stato giudicato nel 1997 il più bel libro di poesia in tutta la Slovenia vincendo di conseguenza il premio indetto); il premio Oton Župančič, 2000, nel 2005 una menzione speciale per la poesia da “Trieste Scritture di Frontiera 2004” per la raccolta L’albero che cammina – edita da Multimedia Edizioni, Salerno nel 2004; il premio Jenko, 2006 (anche la raccolta Tutti gli amori sono eccezionali è stata premiata essendo stata ritenuta il più bel libro poetico dell’anno 2005-2006 in Slovenia. Nel 2007 gli è stato assegnato il premio della casa editrice Bosanska riječ (Tuzla, BiH) per la raccolta Rosa Mystica.
Scrive Sinan Gudzević nella prefazione al libro "L'albero che cammina" (Multimedia Edizioni, 2004):
«Questa scelta offre alcune tra le poesie più mature e più belle di Osti, nelle quali la narratività del poeta ha raggiunto un'espressione suprema e la sua liricità ha ispirato composizioni amorose sublimi. In questa antologia si può vedere meglio l'avventura (lui stesso la indica come «dramma») del passaggio del poeta dalla lingua delle sue poesie allo sloveno, noto come «lingua del duale», rarissima caratteristica delle lingue d'oggi, del quale sono molto orgogliosi molti poeti sloveni, per la sua metalinguistica capacità di servire alla poesia amorosa. Tale avventura è il segno della fede di Osti nella poesia e della sua dedizione ad essa, quella fede che pur cambiando la lingua non tradisce mai né l'arte poetica né il mestiere del poeta. Questo fatto è fondamentale per Osti: mentre diversi scrittori provenienti della ex-Jugoslavia si sono avidamente buttati a tematizzare orrori della guerra, pulizie etniche, stupri e campi di concentramento, perché il mercato dell'Europa occidentale lo richiedeva e persino si potrebbe dire, lo esigeva, Osti, anche se ferito dagli orrori della guerra nella sua intimità più profonda, è rimasto poeta anche in guerra. Sottolineo il fatto che sua madre è stata per tutto il tempo della guerra a Sarajevo, l'appartamento del poeta è stato occupato, i suoi libri preziosi e gli oggetti a lui più cari distrutti, alcuni tra i colleghi si sono schierati con gli assedianti della città. Osti, nonostante tutto, non ha tradito la poesia per diventare uno che danza sulla tomba della Jugoslavia o uno di quelli che «cambiato cappello cambiano cervello», un'attività che hanno esercitato non pochi scrittori e intellettuali jugoslavi. Osti è rimasto poeta anche nella guera, e soprattutto poeta d'amore. Lo dimostra anche questo libro che contiene alcune tra le sue più belle poesie d'amore e anche tra le più belle poesie d'amore del fin de siècle della poesia slavomeridionale. Qui mi sembra doveroso citare la sua poesia Alcuni poeti scrivono come vivono, che lo dimostra, a mio avviso, meglio di qualsiasi critica:
Alcuni poeti scrivono come vivono, e altri
vivono come scrivono. Sono uno di quelli che scrivono come
vivono e vivono come scrivono. Ogni mia
poesia è una carta di protezione. Con essa caccio via
gli spiriti maligni intorno a me e scaccio il diavolo al di fuori di me.»
* * *
Scrive Igor Divjak nella postfazione a "Rosa Mystica" (Multimedia Edizion, 2008):
«La scrittura ci ha portato lontano dall’origine nel giardino idilliaco di Tomaj dove gli amanti si trattengono e, anche se forse apparentemente ci troviamo ancora lì, è sempre più chiaro che ci siamo lasciati ingannare dal misterioso linguaggio poetico dal quale non si vede via d’uscita. Abbiamo dimostrato che dietro la leggerezza intimistica e vitalistica dello stile poetico di Osti si nascondono vortici ontologici magici che si ampliano in un labirinto infinito.
Josip Osti è bravissimo a rappresentare i complessi stati d’animo, i difficili quesiti esistenziali e le fantastiche visioni poetiche in un modo apparentemente semplice, talvolta persino documentario e aneddotico. Egli uguaglia i motivi fantastici e quelli concreti sullo stesso livello finzionale e quello dello stile poetico, che è apparentemente spesso realistico, e mi sembra che l’etichetta più adeguata della sua poesia potrebbe essere il realismo magico. Ma anche quella è, infine, solo un’etichetta e come tale priva di vitalità. E questo è dopotutto di poca importanza. È importante però rimarcare che Josip Osti, quando ha iniziato a scrivere le sue poesie in lingua slovena, ci ha donato un tesoro, un patrimonio che continueremo a scoprire.»
Per approfondire leggi i nostri libri
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Barbara e il barbaro
Anno:
2020
Pagine:
168
Collana:
Poesia come pane
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Tutti gli amori sono straordinari
Anno:
2016
Pagine:
176
Collana:
Poesia come pane
prodotti_libri_titolo
Nella terra di nessuno
Anno:
2015
Pagine:
112
Collana:
Poesia come pane
prodotti_libri_titolo
Rosa Mystica
Anno:
2008
Pagine:
160
Collana:
Poesia come pane
prodotti_libri_titolo
L'albero che cammina
Anno:
2004
Pagine:
184
Collana:
Poesia come pane
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