Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

21/11/2016 "Sacrificio" di Andrej Tarkovskij a Casa della poesia

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"Sacrificio" di Andrej Tarkovskij a Casa della poesia 21/11/2016

Lunedì 21 novembre, ore 20,30 a Casa della poesia (via Convento 21/a, Baronissi) prosegue il ciclo dedicato a Andrej Tarkovskij con il suo ultimo film "Sacrificio" (1986).
Su una remota isola svedese, un uomo e un bambino stanno innaffiando un albero rinsecchito che hanno appena piantato in terra: secondo una antica favola giapponese il tronco, se curato con amore, rifiorirà... L'uomo è Alexander, artista e intellettuale a riposo, e il bambino è il suo figlioletto, reduce da una delicata operazione alla gola che gli impedisce di parlare. E' il giorno del compleanno di Alexander, e la moglie, il medico di famiglia e il postino - suoi unici amici - si preparano a festeggiarlo degnamente. Ma la serenità del momento è turbata da un improvviso rombo nel cielo e dai notiziari della televisione che annunciano lo scoppio di una guerra atomica. Affranto dalla disperazione, Alexander si ritira in preghiera: forse l'offerta di se stesso a Dio potrà mutare il corso degli eventi e risparmiare l'umanità? Dio risponde, ma il sacrificio reclama la rinuncia dei valori più cari - la fedeltà coniugale, l'intimità dei ricordi, la casa - e Alexander verrà da tutti creduto improvvisamente colto dalla follia. Quando l'ambulanza lo conduce via, il bambino comincia a parlare, ai piedi dell'albero...
Difficile raccontare un film complesso come questo, che sviluppa una sofferta riflessione sulla responsabiltà soggettiva dell'uomo nella storia, sulla traccia di una rappresentazione allegorica dell'immagine, della parola, del gesto. Il protagonista che sceglie l'irrazionale - piegandosi allo scandalo dell'adulterio e non esitando ad incendiare la casa - si purifica da un vivere quotidiano scaduto a vuota apparenza e indirizzato all'autodistruzione, per indicare alle future generazioni - Tarkovsky dedica questo film/testamento al figlio - il dovere di incidere nell'esistenza, di rompere un corso del tempo sfuggito alla nostra volontà. Il sacrificio di Alexander non è astrazione mistica, ma azione tesa a riscoprire il significato della realtà e il ruolo attivo dell'uomo. Stilisticamente notevole nella ricerca di una continuità di significato tra contemplazione artistica e rappresentazione del quotidiano (sorprendente è la sequenza iniziale che si apre con l'inquadratura dell'"Adorazione dei Magi" di Leonardo da Vinci e slitta sulla sagoma dell'albero), il film chiude con perfetta coerenza l'opera poetica di Tarkovsky. Da un punto di vista narrativo, oltre ai profondi richiami religiosi e ideologici, è rilevante il tema dell'apocalisse atomica - fonte di ispirazione di tanta fantasociologia cinematografica - risolto, qui, con esemplare intensità drammatica.
Nonostante il male che lo avrebbe ucciso e strappato al suo paese, Tarkovskij ha fatto del suo ultimo film un'opera sconvolgente. Si Può parlare di serenità della regia, di dolcezza nei movimenti della macchina da presa che gira intorno a una casa isolata in un'isola svedese, mentre si tratta invece dell'angoscia dell'apocalisse nucleare, degli sconvolgimenti del mondo, in una dolorosa meditazione. Ed il film potrebbe chiudersi con la follia del vecchio che guarda, senza una parola, bruciare la propria casa, oggetto di tutte le sue cure, che lui stesso ha scelto di incendiare. »
- Georges Sadoul