L’uomo che viene a me
sospinto da oscuri indizi
divide con Dio un giaciglio
strappato ai cani
che il freddo raduna nella notte,
indica un’ombra che si agita lontano,
la nudità offesa dalla mano estrema,
dall’occhio che osa spartire il mondo
tra il sì e il no.
Per lui ha deciso il vento di nevischio,
la fitta polvere dei bivacchi morti,
la donna che muta trascina alle baracche
il seno inaridito,
sospinto da un tremore oscuro
l’uomo che viene a me
viene nell’ora in cui la terra
giace contesa tra il sì e il no,
nel tempo più disabilitato,
dice e non dice,
parla per lui la grave nudità del viso.