«Che stanca litania di falso è il mondo,
valori di borsa e libera guerra,
e la pazzia delle fedi di fondo…»
«La parola e l’azione fanno terra
bruciata del sentire più profondo,
la propaganda e il nulla ci governa…»
«Si contempla il meccano del frattempo,
del genio applicato alla distruzione,
figlioccio feroce del Novecento…»
«Quel che ci resta è solo la passione,
contro dogma di morte o merce armata,
e pomeriggi interi di bel sole…»
«Nel sole antico, sì, nella sua luce,
che lambisce il crepaccio delle nubi
e vittoriosamente sbuca fuori…»
«Tra le stragi e il terrore di giornata,
l’Italia in Iraq, la bomba innescata,
che si fa nascosti in casa, trovatori?...»
«Non è ora che la pace torni in strada?...»
«Oh, tanto e tale è il clamore dei morti,
che senza fogli nella nostra stanza,
versi mandiamo vociando d’amore
in franca lingua e dolor di romanza…»
(da: “Congedo”, in “Trovatori”, 2007)