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04/04/2011
LXXVII
Umanità, sei tu l’umanità disastrosa,
degli ultimi giorni? Abbiamo visto, vivimorti,
tutto, o dobbiamo ancora vedere qualcosa?

Innalzi roghi ardenti cento piani,
spari bombe su errori collaterali,
diffondi polveri di batteri micidiali;

nomi, che i nostri nonni contadini
avevano imparato a temere: carbonchio,
provocato dall’antrace, che entra nel corpo;

umanità, non vedi, sei la tua stessa brace,
continui a uccidere ogni altro in te,
crudele per fede e per potere, infame,

il tuo tanfo s’espande, per terre e per mare;
avessi dato ogni religione e ideologia
per l’unica liberazione vera: la poesia

umana, universale, non confessionale!
Sola ci potrà salvare un’eresia …
Ché da sempre comanda, politica, l’economia …


Da: Gianni D’Elia, Bassa stagione, 2003)