Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Sabbie bianche Poesie

Sabbie bianche White Sands
Questa sera il vento del deserto
soffia lungo l’autostrada, stende
dita di sabbia sopra l’asfalto.
Guidiamo sotto un
cielo notturno nel vuoto,
buio artificiale.
La nostra macchina è una carrozza, è un
four-fourty, una foglia, spinta
dal gas della palude,
vecchio trecento milioni di anni.
Al margine delle pianure
ci sono montagne,
ci sono miniere abbandonate dove
lavorano duramente bambini.
Le loro vite sono inconcepibili
a loro stessi, come la loro sofferenza
è inconcepibile a noi.
E nel buio
che illumina questa notte
dall’interno
le montagne sono invisibili,
chiuse fuori dai coni di luce
creati dai nostri fari.
La sera
dell’ultima notte che
conoscerai, quando i cieli
si staccheranno e i pianeti
diventeranno immagini ingrandite di se stessi,
come le illustrazioni in un libro per bambini,
ci sarà un cielo talmente blu da essere inconcepibile.
L’oscurità rivelata,
quando la notte sprofonda
in una mezzanotte più profonda, un cobalto
così perso e intimo
che il tuo cuore si riempie
di paura e amore.
E quest’ultima notte
il tuo cuore prenderà la forma
di una costellazione ed il cielo
suonerà con la tua musica. Il vento del deserto
soffierà attraverso te
ed il mistero
di tutto sarà
assolutamente fermo, trasparente
al centro
di una tempesta di vetro.
Ma stanotte siamo soltanto decorati
dagli strumenti della nostra morte
lungo l’autostrada e attraverso la notte
portiamo scimmie d’oro sulle spalle.
Guidiamo
nell’isolamento bianco
di tutta la tristezza, tutte
le gioie della vita,
diventano un doppio cristallo,
fuoco e ghiaccio.
Scimmia luce.
Tocca a noi conoscere
l’assoluto, il puro
caso.
This evening the desert wind
blows down the highway, stretches
fingers of sand across the asphalt.
We drive beneath a
night sky into the blank,
artificial darkness.
Our car is a chariot, is a blown
four-forty, a leaf, driven
by swamp gas
three-hundred million years old.
At the edge of the flats
there are mountains,
there are abandoned mines where
children toil.
Their lives are inconceivable
to themselves, as their suffering
is inconceivable to us.
And in the darkness
that illuminates this night
from the inside
the mountains are invisible,
locked out of the cones
our headlights make.
On the evening of
the last night you will ever
know, when the heavens
fall away and the planets
become magnified pictures of themselves,
like illustrations in a children's book,
there is a sky so blue it is inconceivable.
It is the darkness uncovered,
when night caves up
into a deeper midnight, a cobalt
so lost and intimate
that your heart fills
with dread and love.
And on this last night
your heart will form the shape
of a constellation and the sky
will ring with your music. The desert wind
will blow clear through you
and the mystery
of everything will be
absolutely still, transparent
at the centre
of a storm of glass.
But tonight we are merely adorned
with the instruments of our deaths.
Down the highway and through the night
we carry golden monkeys on our backs.
We drive
into the blank insulation
of all the sadness, all
the joys of life,
becoming a double crystal,
fire and ice.
Monkey-light.
It is our turn to know
the absolute, the pure
random.
Raffaella Marzano