La pelle di Lara trasudava miele nella tarda fornace estiva, mentre oziava tra l’erba alta in cui svenivano i soffioni, le mele malate erano decimate dalle larve; le vespe succhiavano zucchero dalle ciliegie sanguinanti; languidamente si rimpinzava della carne purpurea, le labbra tinte Midnight Mauve. Le guance color seppia di Lara arrossate dal calore dell’estate. Sprofondata su una sedia a sdraio strappata, si crogiolava, stanca delle vacanze da scuola, sei settimane passate, due rimaste. Com’era il mare, si chiedeva, “Tutto blu e grigio.” Le diceva Edith, “Ma la spiaggia ti fa sporcare le dita dei piedi.” Immersa nel sole, le cui pennellate la dipingevano di marrone ruggine fino a che ubriaca di sole, barcollò dentro, “Guarda, mi sono abbronzata.” “Non essere sciocca, cara.” Borbottò Ellen, stendendo la pasta. Saltò le scale tre alla volta, passando vicino a Fabian, “Labbra alla Jagger!” la stuzzicò lui, scivolando lungo la balaustra, fuori dalla sua portata “Testa di Watussi,” ribatté lei ad alta voce, raggiungendo la sua camera nell’attico e sbattendo la porta. Si studiò le labbra allo specchio, non erano troppo grosse, non come quelle di suo padre o quelle di Nat King Cole la cui noiosa Mona Lisa si insinuava su per le scale la sera. In ogni modo, da allora in poi, le avrebbe tenute tirate in dentro, per ogni evenienza.
Lara's skin oozed honey in late summer's oven, lounging amid triffid grass where dandelions fainted, diseased apples were decimated by maggots; wasps sucked the sugar of bleeding cherries; she langorously gorged purple flesh, her lips stained Midnight Mauve. Lara's sepia cheeks rouged with the heat of summer. Sunken on a ripped deck chair, she bathed, tired of the school holidays, six weeks down, two to go. What was the sea like, she wondered, "All blue and grey". Edith told her, "But the beach makes your toes messy." Full on to the sun, its strokes painted her a rusty brown until sun-drunk, she stumbled inside, "Look, I've a sun tan!" "Don't be silly, dear." Ellen mumbled, rolling thick pastry. Three at a time, she vaulted the stairs, passing Fabian, "Jagger-lips!" he teased, sliding down the banisters, out of her reach "Watusi-head," she retaliated loudly, reaching her attic bedroom and slamming the door. She studied her lilps in the mirror, they weren't too big, not like her father's or that Nat King Cole man whose boring Mona LIsa drifted up the stars at night. Still, she'd suck them in from now on, just in case.