Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

C'era un albero cattivo

C'era un albero cattivo There was a bad tree
C’era un albero cattivo, un albero cattivo, che la gente odiava.
Le foglie avevano un odore disgustoso,
e i fiori avevano un aspro fetore.
Se ti ci avvicinavi troppo, vomitavi.
I frutti erano veleno, un solo morso ed eri morto.
Tutti davvero lo detestavano. L’albero cattivo puzzava.
Continuavano a parlarne,
e decisero di abbatterlo. Liberiamocene.
Lo tagliarono con asce, e a malapena lo intaccarono;
indossando maschere antigas, picchiarono e picchiarono,
lo mordicchiarono e scheggiarono.
Una polvere oleosa dalle scintillanti foglie verde scuro,
cadde sulla loro pelle, le ricoprì di vesciche e dava un gran prurito,
che li fece grattare a sangue.
Indossarono un dispositivo protettivo con ossigeno,
e si avvicinarono con seghe elettriche e equipaggiamento pesante.
Lavorando con turni 24 ore su 24, alla fine lo tagliarono.
Tutti erano molto felici, e celebrarono la grande vittoria.
Una nobile impresa, ben fatto; e se ne andarono a letto esausti.
Il giorno seguente, l’albero cattivo era ricresciuto,
era rispuntato di nuovo e più grande, e più bello e orribile.
Erano molto scoraggiati. Ne parlarono a lungo,
e lo tagliarono di nuovo, e versarono benzina sulle radici,
e bruciarono tutte le foglie e i rami in un grande fuoco.
Dopo che le braci incandescenti si raffreddarono,
l’albero ricrebbe, più grande, più cattivo e davvero sontuoso.
Altra gente era rimasta a guardare dalle proprie case,
aspettando il loro turno. Pensavano di essere più in gamba,
con maggiori capacità intellettuali,
loro sapevano come liberarsi dell’albero.
Era una pianta che cresceva, un albero di legno che cresceva nel terreno.
Lo incenerirono, bruciarono le radici con prodotti chimici,
acidi evaporanti e laser robot;
presero a cannonate il terreno, bombardarono dall’alto,
colpirono con i loro missili intelligenti e bombardarono con radiazioni.
Fecero una tempesta di fuoco;
e ricoprirono il terreno con cemento e acciaio.
L’albero ricrebbe, più fresco, più elegante,
persino grazioso; e davvero terribile.
Il legno era più duro, più scuro, più brillante, forte muscolo rovente;
e le foglie, piene e lussureggianti, si muovevano come piante subacquee lussuriose nella brezza.
Tutti erano molto depressi, estremamente scoraggiati.
Era una catastrofe.
Avevano creato un mondo infernale.
Ne parlarono incessantemente, e giunsero a una decisione.
Il indaco diede le dimissioni in disgrazia,
quelli che avevano lavorato così duramente, se ne andarono, umiliati,
partirono, rimasero via, si trasferirono dall’altro lato della città.
Poi, dal blu, comparvero quelle belle persone,
erano semplici e umili, un po’ come pavoni,
e apparentemente ben intenzionati, con un grande senso dell’umorismo.
Radiosamente rilassati, trasudavano gentilezza amorevole e compassione,
si avvicinarono e cominciarono a mangiare le foglie.
Mangiarono le foglie e gli piacevano, divennero felici,
e risero e risero; e continuarono a masticare rumorosamente foglie.
Era evidente che gli piaceva davvero il loro gusto.
Si premevano i fiori sulle guance,
velluto nero spalmato di olio di trasmissione.
Leccavano i dolci succhi che colavano dai petali.
Il polline era polvere di carbone e gas di petrolio.
Sprofondando il naso, inspiravano profondi respiri,
mangiando il profumo, grande beatitudine.
Scoprirono il frutto nascosto sotto le foglie,
mango più che maturi con una buccia melanzana appicicatticcia, pendevano come testicoli;
e all’interno dei frutti c’era carne putrescente, come fegato.
Quella gente speciale avvicinava la faccia in quella melma puzzolente,
e ce la ficcava;
inalando con labbra, e denti e lingue.
Leccavano e bevevano il denso succo rosso.
I semi, come rubini carbouchon,
sembravano particolarmente potenti, e venivano masticati con grande delizia.
I frutti contenevano le cinque saggezze.
Gli uomini e le donne diventarono luminosi,
la loro pelle era dorata e i loro corpi, quasi trasparenti,
erano rivestiti di scintillanti luci arcobaleno.
Cominciarono ad avere sonno, a sbadigliare e si raggomitolarono sotto l’albero,
e fecero un sonnellino. Mentre dormivano, la musica riempì l’aria.
Abbandonati contro il tronco dell’albero nodoso e le radici sporgenti,
i loro enormi corpi colorati di rosso, giallo, blu, verde, bianco,
riposavano in grande serenità, ed irradiavano grande compassione.
Nell’albero c’erano le case segrete di molti semi-dei,
fantasmi affamati e spiriti della terra, che furono molto contenti
di tutte le attenzioni positive che gli venivano tributate.
Dopo anni di maltrattamenti, mutilazioni e distruzione,
si divertivano; anche se venivano devastati
e i loro fiori distrutti.
All’estremità delle radici, c’erano gioielli,
diamanti e smeraldi e rubini,
che erano stelle nel cielo del mondo sottostante.
Gli splendidi uomini e donne si svegliarono,
e ricominciarono a sgranocchiare le foglie.
Mangiarono le foglie, come cervi, facendo piccole pause fra i morsi,
guardando al vasto cielo vuoto.
Le foglie e i frutti aumentarono il loro chiarore e beatitudine,
e introdussero la natura della mente saggia primordialmente pura.
2001
There was a bad tree, a bad tree, that people hated.
The leaves gave off a foul smell,
and the flowers had a bitter stink.
If you got too close, you vomited.
The fruit was poison, one bite and you were dead.
Everyone really disliked it. The bad tree stunk.
They talked endlessly about it,
and decided to cut it down. Get rid of it.
They chopped with axes, and barely made a dent;
wearing breathing masks, they whacked at it and whacked at it,
and nibbled and chipped.
Oily powder from the shiny dark green leaves,
got on their skin, blistered, and was really itchy;
and they scratched bloody red.
They put on protective gear with oxygen,
and went at it with electric buzz saws and heavy equipment.
Working 24-hour shifts, finally, they cut it down.
Everyone was very happy, and celebrated the great victory.
A noble deed, well done; and they went to bed exhausted.
The next morning, the bad tree had grown back,
had sprung up new and bigger, and more beautiful and ugly.
It was very discouraging. They talked a lot about it,
and cut it down again, and poured gasoline on the roots,
and burned all the leaves and branches in a big fire.
After the smoldering embers got cold,
the tree grew back, bigger, more bad, and really gorgeous.
Other people had been watching from their houses,
waiting their turn. They thought themselves smarter,
with higher intellectual capabilities,
they knew how to get rid of the tree.
It was a growing plant, a wood tree that grew in the earth.
They incinerated it, burned the roots with chemicals,
vaporizing acids, and robotic lasers;
detonated on the ground, bombed from the air,
hit with smart missles, and bombarded with radiation.
They made a fire storm;
and covered the ground with concrete and steel.
The tree grew back, more fresh, more elegant,
even gracious; and really ugly.
The wood was harder, darker, more shiny, thick hot muscle;
and the leaves, full and lush, moved like underwater plants luxuriously in the breeze.
Everyone was very depressed, extremely discouraged.
It was a catastrophe.
They had made for themselves a hell world.
They talked incessantly about it, and came to a big decision.
The Mayor resigned in disgrace,
those, who had worked so hard, left, humiliated,
departed, stayed away, moved to the other side of town.
Then, out of the blue, appeared these beautiful people,
They were simple and humble, a little like peacocks,
and seemingly well-intentioned, with a great sense of humor.
Radiantly relaxed, oozing loving kindness and compassion,
they walked right up, and started eating the leaves.
They ate the leaves and enjoyed them, became happy,
and laughed and laughed; and chomped on more leaves.
You could tell they really liked the taste.
They pressed their cheeks to the flowers,
black velvet coated with transmission oil.
They licked the sweet juices that seeped from the petals.
The pollen was coal dust and petroleum gas.
Burying their noses, they sucked in deep breaths,
eating the smell, great bliss.
They discovered the fruit hidden beneath the leaves,
overripe mangoes with sticky eggplant skin, hung like testicles;
and inside the fruit was rotting meat, like liver.
The special people got their faces into the stinking slime,
and really got into it;
inhaling with their lips, and teeth, and tongues.
They licked and drank the thick red juice.
The seeds, like carbouchon rubies,
seemed particularly potent, and were chewed with great delight.
The fruit contained the five wisdoms.
The men and women became luminous,
their skin was golden and their bodies, almost transparent,
were clothed in shimmering rainbow lights.
They became sleepy, yawned, and curled up under the tree,
and a took a nap. While they slept, music filled the air.
Lounging against the gnarled tree trunk and protruding roots,
their huge bodies colored red, yellow, blue, green, white,
rested in great equanimity, and radiated huge compassion.
Inside the tree were the secret homes of many demi-gods,
hungry ghosts, and earth spirits, who were very pleased
with all the positive attention being paid them.
After years of abuse, mutilation, and destruction,
they were tickled; even though, they were being ravaged
and their flowers wrecked.
At the root endings, there were jewels,
diamonds and emeralds and rubies,
which were stars in the sky of the world below.
The beautiful men and women woke up,
and nibbled on the leaves, again;
They ate the leaves, like deer, pausing between bites,
looking up at the vast empty sky.
The leaves and fruit increased their clarity and bliss,
and introduced the nature of primordially pure wisdom mind.
2001
Raffaella Marzano