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04/04/2011

Gatte partorienti

Gatte partorienti Gatas pariendo
Così ascolti le cose della tua vita come il miagolio di un gatto in fondo al giardino
Ti svegli all’alba e ascolti in fondo in fondo quel remoto miagolio di gatto appena nato
E un’estate e un’altra e un’altra ancora fino ad arrivare a questa notte
In fondo al giardino in fondo
Così ascolti le cose della tua vita così ascolti le cose del mondo al buio di notte palpando la paura di non capire o quella di non volerlo fare
e quel gatto che non smette di miagolare ed è una piccola ferita non sai di cosa non sai di chi ma sta lì insistendo gridando per la fame e per la notte sull’ orlo del pericolo sull’ orlo dell’abisso sull’ orlo del giardino un’auto un fanale e poi nulla
e continueranno i miagolii più accecati di te e vedrai la prossima estate fino alla prossima canicola suono indifeso come una onomatopea così poco lirica che non la puoi scrivere ti dici
che penserebbe mai nessuno e chi è nessuno nel leggere quella onomatopea così liricamente scritta così ridicolmente sonora così da vignetta del dopoguerra
ma suona suona ogni notte
e tu per rasentare la ferita ti dici che così iniziò tutto con una onomatopea con un suono tanto innominabile quanto adesso l’insistente miagolio del gatto appena nato convocandoti dove chiedendoti che cosa
O magari ancor peggio forse nulla ti convoca e solo ti svegli nel cuore della notte per essere il precario testimone che non può tradurre una onomatopea Questo ti dici per rasentare la ferita
Ascolti il gatto e ricordi che hai visto un uomo a torso nudo e senza braccia sul ciglio della strada
hai sfiorato la gamba perduta nel pantalone rimboccato sopra la coscia e hai visto che la morte è un mazzo di rose di plastica legato a un lampione
e ti sei domandato quale parola non sia una onomatopea indecifrabile per seguire l’ombra dei giorni
Un’estate e un’altra e un’altra ancora in fondo alla vita in fondo al giardino in fondo al suono
E le gatte continuano a partorire senza posa e partoriscono onomatopee che in fondo al giardino risuonano come le tavole della legge
Así escuchas las cosas de tu vida como el maullido de un gato al fondo del jardín
Te despiertas de madrugada y oyes al fondo muy al fondo ese remoto maullido de gato recién nacido
Y un verano y otro y luego otro más hasta llegar a esta noche
Al fondo jardín al fondo
Así escuchas las cosas de tu vida así escuchas las cosas del mundo
a oscuras de noche palpando el susto de no entender o el de no querer hacerlo
y ese gato que no para de maullar y es una pequeña herida no sabes de qué no sabes de quién pero ahí está insistiendo clamando de hambre y noche al borde del peligro al borde del abismo al borde del jardín un coche un faro luego nada
y continuarán los maullidos más obcecados que tú y si no al tiempo al próximo verano hasta la próxima canícula sonido desvalido como una onomatopeya tan poco lírica que no la puedes escribir te dices
qué pensaría nadie y quien es nadie al leer esa onomatopeya tan líricamente escrita tan ridículamente sonora tan de viñeta de posguerra
pero suena suena cada noche
y tú para bordear la herida te dices que así empezó todo con una onomatopeya con un sonido tan inombrable como ahora el insistente maullido del gato recién nacido convocándote a dónde pidiéndote qué
O quizá algo peor tal vez nada te convoque y tan solo te despiertas en medio de la noche para ser el precario testigo que no puede traducir una onomatopeya Eso te dices para bordear la herida
Escuchas al gato Después has visto un hombre con el torso descubierto y sin brazos al borde de la calle has rozado la pierna perdida en el pantalón doblado sobre el muslo y has visto que la muerte es un ramo de rosas de plástico atado a un farol
y te has preguntado qué palabra no es una onomatopeya indescifrable para seguir la sombra
Un verano y otro al fondo de la vida al fondo del jardín al fondo del sonido
Y las gatas siguen pariendo sin parar y paren onomatopeyas que al fondo del jardín resuenan como las tablas de la ley