Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Le parole nascono già sporche

Le parole nascono già sporche
io pensavo avessero un loro candore
e che nel pensiero il feto
trovasse il tempo di liberarsi dalle scorie

le parole invece così non ci riunificano
in ciò che è – io non sono io e altro
non è altro – ma un conglomerato di io.

Io ero convinto che nel pensiero le parole
ritrovassero quel senso perduto delle cose
che oggi sta in una ciminiera fatta barcollare

(le microcariche non fanno esplodere
non qui – qui si cade di lato – pesantemente)
o nelle immagini di barche con uomini

alla deriva. La nostra vita quotidiana
è fatta di parole che nascono calpestate
prese a manganellate e violentate. Per

questo io speravo che almeno l’origine
avesse una discordanza con la fine.
Che le parole nascessero guardando la porta

di casa aprirsi o le mani timide di una figlia
o un pomeriggio fumoso davanti
alla finestra e al di là l’acquazzone

e le parole sentite gridare dentro
mentre lei condisce l’insalata
ed un sospiro si mescola con l’aceto

quelle parole io avrei voluto conservassero
una loro purezza – qualcosa che le avrebbe
preservate dalla ruggine e dalla mestizia.

Ma le parole oggi nascono ossidate
raccontano cosí la melma di questo tempo
il sacro distacco da ogni dovere

la ragione che non pretende ragione d’essere
le claudicanti verità degli avvoltoi
il dolce abbandono che ci aspetta.