Mi rapivano le vie polverose, i muri
di campagna intonacati
alla buona, sui quali
il sole muovendosi posa
una spiga di luce calda,
ombrosa. Toccandola
con la mano mi pareva
di accedere a un’altra vita:
non la mia, forse (pensavo),
ma un’altra, più strana,
più romita.
(da: Giancarlo Pontiggia, Bosco del tempo, 2005)