Nuovo sito per Casa della poesia. Cosa ne pensate? Inviateci un feedback
04/04/2011

La sedia bianca Poesie

La sedia bianca The white chair
L’uomo a cui appartiene questa sedia,
ferro pesante, dipinta di bianco, che lui portò fuori
un giorno in un angolo dalle foglie tremanti
nella brezza marina, oggi non è qui.
È andato da qualche parte, per qualche affare,
e proprio in questo momento forse se ne sta in piedi
fra altre foglie battute dallo stesso vento
che arriva veloce da un altro mare.
Ma non ha un posto per sedersi, e qui
è come se la sua sedia mi stesse aspettando,
fra le foglie brune cadute che si rincorrono
come piccoli animali, come uccelli in volo.
E allora me ne starò seduto qui a pensare a lui,
uno che mi assomiglia molto forse, un solitario
che ama la compagnia, dovunque si trovi e in qualsiasi lingua
ascolti il vento, e quello che gli dice.
Non darò alcun fastidio. Quando tornerà,
non saprà che sono stato qui,
entrato nella sera per sedermi
nel suo posto preferito, accendendo il suo sigaro.

(Havana, 2003)


"The White Chair" è l'ultima poesia scritta da Ken Smith.
The man whose seat this is,
heavy iron, white paint, that he dragged out
one day into corner of the rattling leaves
in the seawind, he is not here today.
He went off some place, some business,
and just now he is standing perhaps
amongst other leaves drummed on the same wind
coming in fast off a different sea.
But he has no seat to sit in, and here
it’s as if his chair was waiting for me,
among the dropped brown leaves scurrying
like small animals, like birds into flight.
So therefore I will sit here thinking of him,
someone very like me perhaps, a solitary
who likes company, wherever he is and in what language
he listens to the wind, and what it says to him.
I will disturb nothing. Back again,
he will not know I have been here,
stepping down into the evening to sit
in his chosen spot, lighting his cigar.

(Havana, 2003)
Raffaella Marzano