Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Il cane d'Ordos Poesie

Il cane d'Ordos
A Madame T.S.


I nobili messaggeri
Della tribù che abita nel deserto del Nord
Seppelliscono, si dice, i morti
Deponendo dei cani di bronzo accanto alle loro orecchie
È un’abitudine particolare?
Senza fuggire, né evadere
Due cani, fedeli, non smettono di ascoltare
In silenzio giorno e notte
I mormorii e i bisbigli dei morti
Centoventi anni più tardi
Essi resuscitano per trasmettere a voce
Le parole profonde e tenebrose che hanno imparato
Al resto della tribù
È perché hanno una testa smisurata
Per questa ragione
Questi cani appaiono in segreto in questo paese?
Uno di loro abita già a Kyoto
L’altro seduto su un baule di vetro poggiato su una vecchia scatola
Nel negozio spoglio dell’antiquario
Dietro la grande strada di Ginze
Guarda la strada
Quelle parole cercano di rivolgersi
Ai passanti sconosciuti che si incrociano?
La voce di cane che non si è mai sentita fin ora
Le parole dei morti che non si possono mai sentire
Anche se si è tutt’orecchie con il cuore sereno