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04/04/2011

Seguendo una falena

Seguendo una falena After a Moth
Ho trascorso troppo tempo
curvo sull’unico tavolino
guardando la televisione di qualcun’altro,
in sei stanze diverse per quattro anni,
mezza dozzina di bobine di tempo libero.
Divento pazzo ad ogni Olimpiade
scrivo mentre salgo, scrivo mentre scendo,
non è abbastanza universale da essere un evento.
Con le zanzare intorno alla lampada della scrivania
in un torrido venerdì d’estate, non so
se scrivere dà quello che prende;
non ci sono certificati, nessun punto
di verifica del tuo diritto
a non essere ricco abbastanza questa settimana.
C’è solo il lavoro
e un credito domestico in cui dici
questo lavoro è migliore di quello vecchio,
oppure questo lavoro è diverso ed è ben fatto.
Sono io stesso un po’ lunatico, ma di certo
un poeta sano potrebbe bramare un po’ di successo.
Un poeta diventa vecchio con lo stupore
di un bimbo troppo grande per un giocattolo,
non ho ancora trenta anni
e una donna che mi ha abbracciato a sorpresa
mi ha baciato e poi ha detto che sembravo vecchio,
e i tuoi versi non ti saranno d’aiuto in questo caso.
La poesia non è perdita di tempo
è l’atto di fingere di non perdere tempo;
che cosa è la tua memorabile frase
se non un arresto di orologi,
un modo per sfuggire all’ora di punta,
un silenzio nella città.
Un po’ di tempo fa una falena sfiorava i tasti
come la mia mano destra ora,
sopravvivrò alla falena;
non so che pensare di quest’atto
che io pongo al di sopra delle altre cose che faccio,
che promette di significare di più
che lucidare un posacenere.
Non intendo fare altro,
mentre sono impiegato
potrei cercare un lavoro.
La notte traspira come Polizia
e la mia ragione per essere sveglio
è una questione di parole,
tu hai un buon orecchio
per il poetico,
lascia che io scriva per te.
I have spent too much time
hunched over the one coffee table
watching someone else’s television,
in six different rooms over four years,
half a dozen reels of down time.
I go crazy every Olimpic year.
I write on the way up, I write on the way down,
it’s not universal enough to be an event.
With mosquitoes about the desk lamp
on a hot summer Friday, I don’t know
if writing gives what it takes;
there are no certificates, no point
at which you have proved your right
not to be very rich this week.
There’s just the work of it
and a domestic credit where you say
this work is better then the old work,
or this work is different and is done well.
I’m a little lunatic myself, but surely
a sane poet might thirst for some success.
A poet grows old with that shock
of a child too big for a toy,
I am nowhere near thirty
and a woman who held me by surprise
as kissed me than said I seemed old,
and your lines will not help you there.
Poetry is not wasting time
it is the act of pretending not to waste time;
what is your memorable phrase
but a stopping of clocks,
a way to clear peak hour,
a silence in the city.
A while ago a moth crawled over the keys
as my right hand does now,
I will outlive the moth;
I don’t know what to make of this act
that I set above the other things I do,
that promises to mean more
than polishing an ashtray.
I’ve not set out to do other wise,
when I am in employment
I could look for a job.
The night sweats like Police
and my reason to be awake
is a matter of words,
you have a beautiful ear
for the poetic,
let me write for you.
Raffaella Marzano