RITUALE
(A Fabrício)
Sapevi che i miei vestiti
conservavano l’epidermide
del mio sogno
ed erano lì,
non viaggiavano con me,
erano lì,
custodi della primavera
nel cassetto
di un ritorno prodigo
al padre inconsolabile.
Sapevi, figliolo,
e conversavi a lungo
con i vestiti,
conversavi tanti imbrunire
con la mia lunga assenza.
C’era rumore in essi:
pesci in un acquario
di flanella e lino.
Un sotterraneo ritmo
li agitava.
Il mondo vegetale e animale
erano scarabocchi
nel mescolarsi
ozioso delle ombre.
Che cosa cercavi
fra i vestiti:
un amore espulso,
la lacrima, l’istinto
di sopravvivermi?
(Da Os Viventes, 1979)