Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
La marcia La marcha
Eravamo gente abituata al dono della mansuetudine
e alla vaga memoria di un cammino verso un qualche luogo.
E nessuno diede l’ordine. – Chi avrebbe saputo il momento. –
Ma tutti, allo stesso tempo e in silenzio, lasciammo
il rifugio usuale, il fuoco acceso che alla fine si sarebbe spento,
gli utensili docili all’uso delle mani,
il cereale cresciuto, le parole a metà, l’acqua che traboccava.
Non ci fu alcun segnale. Ci alzammo in piedi.
Non ci voltammo indietro. Cominciammo la marcia.
Éramos gentes hechas al don de mansedumbre
y a la vaga memoria de un camino a algún sitio.
Y nadie dio la orden. – Quién sabría su instante. –
Pero todos, a un tiempo y en silencio, dejamos
el cobijo usual, el encendido fuego que al fin se extinguiría,
las herramientas dóciles al uso por las manos,
el cereal crecido, las palabras a medio, el agua derramándose.
No hubo señal alguna. Nos pusimos en pie.
No volvimos el rostro. Emprendimos la marcha.




Da "La pared contigua" (1989)
Raffaella Marzano