Ogni parola possiede la sua retta segreta
e il suo profumo.
Avanzo fra le righe
guidata da un mio senso
che nasce col respiro.
All’erta e tutta irta
fra l’una e l’altra linea
di un capoverso
– in verità una strofa –
vado.
Cime vertiginose
dove il cielo sospeso mi trascina
nel basso senza fine.
Capisco il tuo messaggio ma proseguo.
E in un punto di luce
come una retta muta e profumata
incontro la parola dietro le tue parole.
Mi accendo e mi abbandono.
Ti tocco e non ti sento.
Ti sento e non distinguo
il tuo perimetro verbale e verosimile.
Sento la spada del tuo verbo oscuro.
L’indefinito spazio
di questo appuntamento
a un tratto a fior di pelle si rivela:
ferita penetrata
in te per te goduta
in una trasformata
in quello spazio tuo
che il tuo discorrere mi dona.