Il mare dietro un muro già si sente visto da un treno lungo di parole gialle ginestre fichidindia sole appena finirà la galleria. Appena dietro i volti un po' di sale quello che brucia passa quello che è già bruciato non fa male. Poi viene la risacca a cancellare le orme desolate del viandante.
L'estate passerà per le conchiglie serrata tutt'intorno all'abitante, bianca la schiuma bianche le case che costeggiano la riva. Semplice all'evidenza la stagione degli amori dei giochi dei sogni un po' affollati resteranno ai voli dei gabbiani tesori accumulati di rifiuti.
Bianche mura dipinte di bianco dove la sofferenza ignora fuori la primavera e i suoi colori. Transita al tardo sole della sera una vela con capelli da infermiera; qualcosa sfugge all'organizzazione del viaggio per turisti organizzati qualcosa resta ferma in questa ora distesa interminata sola resta alla bocca ammanco di parola.
Bianco del foglio bianco dove cela cauto il paguro la sua forte chela. Il mare si allontana dalle strade dove serrate palpebre d'acciaio chiudono l'occhio al senso e all'orizzonte. Restano splendide e vuote grandi parole patinate conchiglie spiaggiate segni d'altre vite e d'altri irraggiungibili mondi.