Re degli sguardi e dei sorrisi
delle strade strette su cui abbiamo
magari a piedi nudi camminato
dei mari in cui ci siamo tuffati
delle bici che ci hanno rubato
delle carezze che non ci hanno fatto
dei quaderni sgualciti delle penne
rotte delle biglie iridescenti
e anche dei sogni che non si possono
né vendere né comprare anche se
a volte si dimenticano
in un vecchio cappotto.
Sì, noi siamo stati re e per questo
continuiamo ad avanzare
a testa alta nell’esilio
della nostra età adulta
del nostro sazio dolore
nell’infinita teoria di sconfitte
con questo portamento elegante
nello splendido manto fatto di stracci,
perché i re come noi hanno regni
talmente sconfinati da poterli
nascondere tutti nella misteriosa
cavità di una conchiglia.