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04/04/2011

Morti bianche su orizzonti neri

Morti bianche su orizzonti neri
(ai caduti sul lavoro)
a grappoli, giù, precipitati
da impalcature in subappalto, giù
seppelliti, nel ventre senza fondo
di miniere affamate di profitti
più giù, ingoiati nel nulla siderale
di elenchi e statistiche e cifre e dati
taciuti da lingue bifide che si agitano
sul volto putrefatto dell’informazione
oltraggiati da false lacrime versate
dagli stessi assassini che continuano
a pisciare sui vostri diritti negati
sulle vostre tombe dimenticate
sui vostri figli gettati in miseria
sui vostri nomi incisi nell’oblio
voi, schiavi di un tozzo di pane precario
vite in affitto dal vuoto a perdere
voi, morti bianche su orizzonti neri
destini promessi al vostro funerale
voi, in questa merda di futuro atipico
che avete costruito grattacieli per ricchi
per vederveli ripiombare addosso
assieme a montagne d’iniquità franate
in cimiteri di omertà & menzogne
come un rosario lungo una bestemmia
a recitare l’elenco sfigurato
d’ingiustizie dalla voce affabile
che pregano insostenibili promesse
sull’abisso immemore della sicurezza
voi, che soli avete sopportato il lutto
pagando il prezzo di un progresso ingrato
voi, eserciti senza onori né pubbliche fanfare
gridate, perdìo, un urlo che svegli la ragione
e accenda un cielo rosso di vergogna
più rossa dell’incendio tramontato
sulle macerie spente del
sol dell’avvenir.