Sibila il cellulare
lasciato sul copriletto
nella mia camera d’albergo
simile ad un insetto
levigato, ingigantito.
Mi risveglio e lo prendo.
È la voce che attendo.
Ti dico grazie, vita.
Domenica mattina
e tu mi sei vicina
da un mare all’altro mare
va chiara la tua voce.
Forse tu mi vuoi ancora.
Miracolo che continua.
Luce di un’altra aurora.