Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Il consiglio di mia nonna

Il consiglio di mia nonna Die Ratschläge meiner Großmutter
Il consiglio di mia nonna quando ero piccolo
era il seguente:
“Mangia bene per crescere forte.”
E sono cresciuto forte
“Bevi molta acqua.
Non star fuori fino a tardi; non fumare:
Così vivrai più a lungo.”
Sono stato fuori fino a tardi e ho fumato
e ancora devo morire

Eppure una volta nell’autunno della mia vita
stavo seduto davanti al televisore
e vidi pesanti stivali
che schiacciavano il mondo
sentivo il conteggio infinito
di quanti erano appena saliti al cielo
ognuno correndo come un pazzo verso la tomba
da quel giorno
riesco a malapena a dormire
Su un altro canale
ricevevo le stesse identiche cose
in un’altra lingua
e poi in un’altra ancora
i miei occhi le divoravano
la mia intera faccia lampeggiava –
non dormivo

La pubblicità che interrompeva i notiziari
mi consigliava di comprare
qualcosa di dolce per il mio stomaco
qualcosa di gradevole per il mio umore
ma come, come avrei potuto dormire?

Nonna,
sono diventato vecchio alla fine dell’autunno
più vecchio di quanto abbia mai sperato:
mi sono accorto che questi minuscoli giganti
si preparavano ad arare la terra
a scavare i suoi tesori
a coltivare il cosmo
e benedirci con la notizia
di nuovi e pesanti stivali
che schiacceranno il mondo

Nonna,
non posso dormire:
Assurdo-tanto da mangiare qui
accanto a tanta fame
Assurdo-tanto da bere qui
accanto a tanta sete
e tanti notiziari sia qui che lì

Nonna,
nessuno vuole capire le notizie
le facce si accalcano contro le vetrine
ciondolano come pendoli
facce
che ancora cercano
stivali adatti a una trasmissione in diretta.


28/03/2005
Die Ratschläge meiner Großmutter
als ich klein war,
hießen da:
„Iss ordentlich, damit du groß wirst“,
- und ich wurde groß -
„trink viel Wasser,
geh abends nicht zu lange aus,
rauche nicht, damit du lange lebst.“
Ich ging abends lange aus,
ich rauchte,
und ich bin nicht gestorben.

An meinem Lebensabend
vor dem laufenden Fernseher
sah ich eines Tages mit an,
wie schwere Schuhe
die Welt dem Erdboden gleich machten,
hörte eine endlose Aufzählung jener,
die gerade die Erde verlassen hatten,
sah den Wettlauf in hastigem Begraben.
Seit damals schlafe ich kaum mehr.

Auf einem anderen Kanal
dieselben Bilder,
musste sie hinunter würgen,
bloß in einer anderen Sprache,
noch ein Kanal
und noch eine Sprache.
Dann waren es nur mehr meine Augen,
die all das aufsaugten.
Blitze trafen ständig mein Gesicht,
und ich schlief nicht mehr.

Werbungen zwischen den Nachrichten:
Man riet mir
zu Gutem für den Magen,
zu Erfrischendem für meine Laune.
Aber wie sollte ich jemals wieder schlafen?

Großmutter, ich bin alt geworden
in diesen Tagen,
musste älter werden,
als ich dachte,
um zu begreifen,
dass diese nichtigen Giganten
sich aufmachen,
um die ganze Erde umzueggen,
ihr so vieles und viele zu entreißen.
Sie pflügen sogar das Weltall um,
um uns mit Nachrichten zu beglücken
über neue schwere Schuhe,
die weiter den Boden ebnen.

Großmutter, jetzt schlafe ich nicht mehr:
Hier der absurde Überfluss an Essen,
dort der Hunger,
hier der absurde Überfluss an Wasser,
dort der Durst
und hier und dort
der Überfluss an Nachrichten!

Großmutter, niemand will
diese Nachrichten begreifen!
Gesichter stürzen sich
auf die Fenster der Auslagen,
bleiben an ihnen hängen,
schwingen hin und her wie ein Pendel;
Gesichter, die gierig
nach passenden Schuhen suchen
für eine Life-Übertragung.


Wien, 28.03.2005
Raffaella Marzano