Nuovo sito per Casa della poesia. Cosa ne pensate? Inviateci un feedback
04/04/2011

9/11 Poesie

9/11 9/11
I

Dal nulla due uccelli d’argento.
Le Torri Gemelle collassano,
ora Ground Zero, un grande buco niente.
Dopo, lui dice:” sei con noi o contro di noi”

II

Era un brav’uomo, era una brava donna.
Lei voleva il meglio per tutti, lui voleva
il meglio.Lui amava i suoi bambini. Lui mi telefonava due volte al giorno,
lei mi telefonava quattro volte al giorno. Era un così bravo figliolo,
lei era una brava figlia. Lui viveva per la sua famiglia,
lei viveva in ufficio. Lui mi preparava sempre la colazione.
Lei aveva un futuro così luminoso. Lui aveva solo venticinque anni.
Lui non ha mai parlato male di qualcuno, lei parlava poco.
Lei viveva in questo paese soltanto da cinque anni
Lui era un buon Americano. Lei era una buona Cristiana.
Lui era un buon musulmano. Lui era un buon ebreo. Lei era
una buona cattolica. Lei aveva appena avuto un bambino. Lui si era appena sposato.
Lei viveva con la sua famiglia. Lui era sempre il primo ad arrivare in ufficio.
Lei era sempre l’ultima ad uscire. Lui era il migliore amico, padre, figlio del mondo.
Lei era la migliore madre, figlia, amica del mondo. Lei era la sola figlia che avevo.
Lui era il solo figlio che avevo. Lei era buona. Lui era buono.
Lei era buona. Lui era buono.Lei era buona. Lui era buono.

III

Ahmed è appena uscito di casa quando una bomba cade
con erronea precisione e spazza via tutta la sua famiglia.
“Questa terra moribonda mi è testimone, non avevo fatto nulla,”
dimena le braccia, il suo cuore pieno buchi.
Domani nessuno riderà.
Zargi ha venduto sua figlia per un sacco di farina
a qualcuno che è passato bramando i suoi occhi verdi.
Ora mangiano in silenzio, mentre uccelli di metallo sopra la testa
spalancano i loro becchi e vomitano i loro lucenti, sputi perforanti
ancora e ancora, trasformando tutto il territorio afgano Ground Zero
Qui non ci sono ricompense quando muori, neppure un udibile
“Mi dispiace” Ed ora entro io stessa nella poesia perché voglio
penetrare l’occhi cieco del mondo, scoprire il velo che ci
separa da loro e dare un nome ad ogni uomo, donna e bambino,
che contro ogni pronostico continuano a costruire e vivere sulla sporcizia e sulla speranza


(2002)


Voce: Agneta Falk,
Musicisti: Filippo Gambetta (organetto diatonico) Claudio De Angelis (chitarra acustica)
(Napolipoesia nel Parco, 2005).
I

Out of nowhere two silver birds.
The Twins collapse,
now Ground Zero, a big hole nothing.
After, he says: “you are either with us or against us”.

II

He was a good man, she was a good woman
She wanted the best for everyone, he wanted
the best. He loved his children. He phoned me twice a day,
she phoned me four times a day. He was such a good son,
she was a good daughter. He lived for his family,
she lived in the office. He always cooked me breakfast.
She had such a bright future. He was only twenty-five.
He never said a bad word about anyone, she never spoke
much. She’d only been in this country five years.
He was a good American . She was a good Christian.
He was a good Muslim. He was a good Jew. She was
a good Catholic. She had just had a baby. He had just got married.
She lived with her parents. He was always the first one in the office.
She was always the last one to leave. He was the world’s
best friend, father, son. She was the world’s best mother,
daughter, friend. She was the only daughter I had.
He was the only son I had. She was good. He was good.
She was good. He was good. She was good. He was good.

III

Ahmed had just left his house when a bomb falls
with pin-point error and wipes out his entire family.
“As this dying land is my witness, I didn’t do anything”,
his arms flailing, his heart full of holes.
Tomorrow nobody will smile.
Zargi sold his daughter for a sack of flour
to someone who came by, lusting after her green eyes.
Now they eat in silence, while metal birds overhead
open their beaks wide and vomit their shiny, piercing sputum
again and again, making all of Afghan land Ground Zero
Here there’s no compensation when you die, not even an audible,
“I’m sorry”. And here I enter this poem myself because I want to
reach in to the world’s blind eye, tear away the veil that separates
us from them and put a name to every man, woman and child
who against all odds keep on building and living on dirt and hope.


(2002)


Voice: Agneta Falk,
Musicians: Filippo Gambetta (organetto diatonico) Claudio De Angelis (chitarra acustica)
(Napolipoesia nel Parco, 2005).
Raffaella Marzano