A volte si parla coi morti
che aspettano ossequiosi
tra la mosca e i resti
sul fondo del bicchiere,
e non chiedono nulla,
non minacciano gesti
d’impazienza.
Ogni argomento vale
perché siano felici di ascoltare: la cena.
mal digerita le partenze
di chi non saprà mai
partire, l’insinuante morbida
grazia del gatto
che scivola distratto sulla riva
degli odori del frigo.
Dicono: arriva
all’improvviso un tempo
che è il futuro
di tanto tempo prima.
(da: “Se fosse pronto un cielo”, Il Catalogo, Salerno 1991)