Gëzim Hajdari è nato nel 1957 a Hajdaraj, piccolo villaggio collinoso della provincia di Darsìa (Lushnjë) dove durante l’autunno e l’inverno si scatenano lampi e tuoni tremendi e tira sempre vento. Nel paese natale ha terminato le elementari, mentre ha frequentato le medie, il Liceo Scientifico e l’Istituto superiore per ragionieri nella città di Lushnjë. Ha studiato Lettere Albanesi a Elbasan e Lettere Moderne alla “Sapienza” di Roma.
La sua attività letteraria si svolge all’insegna del bilinguismo, in italiano e albanese. Ha pubblicato le raccolte poetiche: "Erbamara", "Antologia della pioggia", "Ombra di cane", "Sassi controvento", "Corpo presente", "Stigmate", "Spine nere", "San Pedro Cutud: Viaggio negli inferi del tropico", "Maldiluna", "Poema dell'esilio".
Fa parte di numerose antologie e ha partecipato a vari reading di poesia. È cittadino onorario della Città di Frosinone per meriti letterari.
Sta curando, assieme a I. Mehadheb e S. Mugno, la traduzione in italiano dell’opera del maggior poeta tunisino: Abau El Cacem Chebbi.
Ha vinto numerosi premi per la poesia come: Premio Eks&Tra, Premio Montale (per la poesia inedita), Premio Dario Bellezza, Premio Grotteria, Premio Trieste EtniePoesie.
Le sue poesie sono tradotte in greco e in inglese. Hajdari scrive sia in albanese che in italiano, rinnovando un’antica tradizione di poeti (da Seneca fino a Keats, Nabokov, Yeats, Celan) che hanno scritto nella lingua del paese ospitante. Temi ricorrenti nella sua poetica sono la solitudine (condizione esistenziale quasi catartica), il viaggio (come esule, ma anche come essere umano) ed elementi naturali come la pietra, la terra, il cielo.
Ha partecipato a "Lo spirito dei luoghi - Poesia contro la guerra" (1999) e a "Verba Volant" (2000)