Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Visioni di Sarajevo

Visioni di Sarajevo Vision de Sarajevo
a Izet Sarajlić

Vedo un giorno che sale come incenso
dalla terra che offre
fra le rose agitate dell’aurora;
vedo cavalli bruni con criniere ondeggianti
e sottili lusinghe del bianco vapore tiepido
dei loro musi.
Vedo montagne salde e amorevoli,
acque così appassionate
che la loro prossimità e’ fertile come il piacere
e nel cui seno dimora
la stella del mio petto;
e quando alla fine le rose
di nuovo si richiudono,
vedo la dolce tortora battere le ali tra gli alberi
e odo una voce che intona una strofa di Puskin:
si disperde nelle sue note purificatrici per sempre
il ricordo violento
che la città richiama.
(1987)
a Izet Sarajlić

Veo un día que asciende como incienso
de la oferente tierra
entre las encrespadas rosas de la aurora;
veo caballos pardos con crines ondeantes
y el sutil galanteo del blanco vaho tibio
de su hocico.
Veo montañas firmes y amorosas,
aguas tan entregadas
que su proximidad es fértil como el goce
y en cuyo seno mora
la estrella de mi pecho;
y cuando al fin las rosas
de nuevo se repliegan,
veo la dulce tórtola alear entre árboles
y oigo ua voz que entona una estrofa de Puschkin:
se disipa en sus notas lustrales para siempre
el recuerdo violento
que la ciudad comvoca.
(1987)
Raffaella Marzano