Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
Dionisiaca Dionizova
In fin dei conti
proprio grazie alla mia scarsa importanza
mi rifiuto a ogni saggia devozione.
Per le membra lo spazio lì è troppo angusto
e i miei cinque sensi
proprio vorrebbero farsi due salti.
Tento e ritento di trovarmi a mio agio
sulle mie gambe, sugli occhi e gli orecchi.
Quando inspiro è tra sogni azzurrini,
se espiro alito via tutto il passato.
Non mi preoccupano più bontà e apparenza.
I giorni sono mosci, ma stellate
le notturne bevute di vino.
Mai più uomo a una sola dimensione,
schiacciato dalla luce: in me ci sono
due generi più uno terzo:
il maschile, il femminile e l’infantile!
Con sé il tempo si accoppia e prolifica.
La mia agile esiguità mi entusiasma
E questo delizioso esser da poco.
Non credo più in fedeltà presuntuose
(non esiste l’eterno) e rinnego il dio
cui manchi il dono leggero del riso.
Konec koncev
prav zaradi svoje neznatnosti
se odpovedujem razumni vdanosti.
Na tesnem sem z udi
in čuti bi radi poskakovali.
Na dvoje ušes, na par očes,
na obe nogi lovim blagostanje.
Vdihujem med sinjimi sanjami,
v izdihovanju šelesti vse nekdanje.
Ne bom več služil videzu in dobroti.
Dnevi so mlačni, iz zvezd so le vinske noči.
Nočem biti v eni dimenziji, sploščen od luči,
v meni so vsi trije spoli,
moški, ženski in otroški!
Čas se drsti, raztisočerja se od ljubezni.
Veselim se gibke majhnosti, svoje ljubke malenkosti.
In ne verjamem naduti zvestobi, ker ni večnosti.
In ne verjamem v boga, ki se nikdar ne smeji.
Arnaldo Bressan