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04/04/2011

Silenzio a Occidente

Silenzio a Occidente
Più non ci rincorre
il senso del sogno
perduto tra la polvere
o nel suo bozzolo gelato
dove una crisalide abortita
non volerà
dalle crepe di un’era glaciale
alle nuvole barricate
di una memoria luminosa
che lascia l’utopia infrangersi
sulla nostra disfatta dorata
e sono argini sfondati
su speranze immolate
di un messaggero che s’affanna
oltre le linee
tra fuochi ormai spenti
in corsa verso nessuno
verso paesaggi in rovina
e tribù scacciate
che mutano controvoglia lo sguardo
volgendo in rancore
l’antico rimpianto

stiamo cadendo
a uno a uno
nella terra promessa
che mai attraversammo
con gli aneliti filanti
sfuggiti da un pugno di neve
nel cielo di maggio
per immaginare un mondo
al di là degli uomini
disciolto quel pugno
e anche quel cielo
nel raggio verde inumati
ridiamo di tutto
e del sogno moriamo

quando non ci saremo più
cadremo ancora da età lontane
per la nostalgia del corpo giovane
e l’improvviso risveglio nel tempo murato
issando palamiti vuoti
al largo dei venti
esausti bagliori
di riflessi stellari
cenere adolescente
da spargere in mare



Sarzana, gennaio 2004