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04/04/2011
Cagliari
Discendo dalla nave in un archeologico mattino di sole di settembre di fronte al cieco arrampicarsi saldamente di Castello in questo impassibile geografico ideale.
Siamo arrivati e da qui finalmente osserviamo lontano.

Cagliari, ora noi siamo mattina insieme, a quella stessa distanza dal sole dove le voci si staccano cercando altre forze, altre ragioni per assorbire altra vita in un forsennato ed indolente battersi a morte anche nei passi abituali stanchi di cosa troveranno dopo.

Partiamo deportando queste salde visioni perché conviene seguire l’andatura andando nei luoghi inaccessibili dove l’intelligenza è ben nascosta.
Torniamo avendo dimostrato l’inganno di una nebbia piena di gente dove nemmeno agli animali permettono di correre.

Dimmi come ingoiare questa lingua di partenze.
Il s’agit de l’exile, l’odiosa ingiuria che diventa coraggio di non subire mortificazioni per poche Italian lire maledette.

Attenta, Cagliari... attenta...

non credere a quest’uomo quando cammina pronunciando parole da europeo

è così che alimenta un avvoltoio

non credere a quest’uomo quando cammina attraversando campi di guerra

è così che alimenta un avvoltoio

non credere a quest’uomo quando cammina descrivendo la storia... acuta... dolorosa... eccetera...

è così che alimenta un avvoltoio

non credere a quest’uomo quando cammina dalle nostre parti ariano armato di dei bianchi

è così che alimenta un avvoltoio

non credere a quest’uomo che innalza case inabitabili da cui esce raramente

è così che alimenta un avvoltoio

non credere a quest’uomo che ha trapiantato ai nostri padri polmoni di miniera

è così che alimenta un avvoltoio

non credere a quest’uomo che ti ha costretto alla lingua e alla parola di un padrone

è così che alimenta un avvoltoio

pero cuando se atreven a olvidar che vacillando da generazioni facendo dondolare conoscenza e corpo noi sappiamo ballare queste danze che cominciano sempre progettando forti simboli di pietra duratura in strade immaginarie costruite in un tempo illuminato che sono dove a volte ansimando ci rechiamo e dove solo il ritmo ci trattiene e da dove sempre ritorniamo a restituirci la nostra sorte traboccanti di sogni descritti in ogni vento

che il vento ha stabilito di voler allontanare

è per diversità che si resiste
ma non ci sono appigli di realtà

solo di volontà

nasciamo in minoranza
ma si possiede amore