Nell’angolo buio del magazzino della nonna
sulla lama della scure
timido brilla il sorriso del boia.
Sotto il sorriso
i rami dei pini si tendono verso il cielo
per volare via.
Ma lo spiffero
delle labbra secche della lama
li spoglia fino alla terra.
Il ceppo circonciso
dopo il bacio tagliente
fa capolino
come un dente ingiallito
sotto il sorriso vincitore.
Sotto il sorriso la testa del gallo non
cantò
ma nella rossa cresta sprizzò.
Alza le ali al cielo per volare
con una danza sghemba si dona ai miei sandali
attraverso le cui punte fanno capolino le bianche calze
succhiando le macchie rosse di sangue dal suo collo
a mo’ di un leone arrabbiato
che con le sue grandi zampe inghiottirà tutti.
Sotto il sorriso il lupo nascosto nella foresta
dalla paura si traveste
con una pelle di pecora.
Sotto il sorriso la luna gialla
mentre nascosta sotto l’imbottita di piume fa la pipì
nel mio pigiama
con le dita di donna la cima della pelle mi circoncide.
Sotto il sorriso le mie due sopracciglia si scontrano
l’una taglia l’altra come un rasoio.
Lampeggiano.
Mentre nella trincea fangosa
immagino il nemico che si avvicina con la lama
per scavare
in me come nella madre terra
un’ampia tomba.