Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Il cacciatore di cervi

Il cacciatore di cervi
Sulle vie cittadine c’è una gran ressa di cervi.
Invisibili, verdi come sgargianti ballerine,
cornute e silenziose, nei trasparenti tutu scivolano
attraverso il tempo con le code tronche, e spariscono.
Talvolta, prima ancora che qualcuno sbatta la porta,
prima ancora che deformi la loro testa, li scaraventi contro
il muro o li travolga con l’auto, li scorge per un istante. I loro
occhi languidi, scuri e umidi. Scintillano. Cupole di stelle,
cupole di boschi tenebrosi, diafane cupole di carne, o la sorda
muraglia cinese che attraverso il vetro dell’acquario s’inabissa
nell’immenso silenzio - chissà perché è cosi.
II cacciatore di cervi, il trapper dalle orecchie sbrindellate sulle tracce
di questi verdi uccelli della foresta invisibile. Quando lo lecca
un cervo, anche lui butta via le foglie e sparisce con lui.
Jolka Milič