Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

sidran-abdulah Biografia

Abdulah Sidran
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Nato alle porte di Sarajevo (Hadžići) nel 1944 vive e lavora nella capitale bosniaca. Poeta, prosatore, sceneggiatore, personaggio mitico di Sarajevo, è oggi una personalità centrale della letteratura bosniaca e della poesia contemporanea.
Importantissima la sua presenza critica nel cinema jugoslavo, quale sceneggiatore di “Ti ricordi di Dolly Bell?” (1981) e “Papà… è in viaggio d’affari”(1985) di Emir Kusturica, regista con il quale ha rotto nel corso della guerra ogni sodalizio e “Il cerchio perfetto” (1997) di Ademir Kenovic.
Tra i suoi numerosi libri di poesia ricordiamo: “Osso e carne”, “La raccolta di Sarajevo”, “Il male dell’anima”, “La bara di Sarajevo”. Il volume “Sarajevski tabut /La bara di Sarajevo”, in edizione bilingue è stato pubblicato a Lugano da ADV. Ha ricevuto numerosi premi letterari tra cui il “Premio della libertà” del P.E.N. francese e il “Premio letterario 1996 della Fondazione Laboratorio Mediterraneo”. I suoi libri sono stati tradotti in italiano, tedesco, francese e inglese. Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti per il suo lavoro di sceneggiatore. È membro corrispondente dell'Accademia delle scienze e delle arti della Bosnia ed Erzegovina e candidato a maestro di scacchi.
Ha pubblicato in edizioni italiane: La bara di Sarajevo/Sarajevski tabut, poesia, a cura di P. Del Giudice (edizioni bilingui: ed. “e”, Trieste, 1995 e seguenti; ed. ADV, Lugano, 2006); Il cieco canta alla sua città/Slijepac pjeva svome gradu, poesia, a cura di P. Del Giudice (edizione bilingue, ed. Saraj, Milano, 2006); Poesie scelte, a cura di Vanni Bianconi (editore Casagrande, Bellinzona, 2009); A Zvornik ho lasciato il mio cuore, teatro (ed. Saraj, Milano, 2004).
Nel 2009 viene pubblicato, sempre a cura di Piero Del Giudice, l’imponente “Romanzo balcanico” (Aliberti editore, pag. 928), complessa e ambiziosa opera che parte dalle scritture cinematografiche e teatrali del poeta di Sarajevo ABDULAH SIDRAN e affronta le grandi cadenze della fondazione – durante la Seconda Guerra Mondiale e Resistenza - della crescita drammatica, dello sviluppo e della dissoluzione della Jugoslavia. “Romanzo balcanico”, è un libro di Storia della Prima e Seconda Jugoslavia – il regno Trino dei serbi, dei croati e degli sloveni della monarchia Karadordevic e la Federazione Socialista di Tito – e, nello stesso tempo, è un libro di cinema: “il cinema che con Abdulah Sidran ed Emir Kusturica ha rivoluzionato canoni e temi della cinematografia balcanica, da “Papà in viaggio di affari” (Palmarès a Cannes) a “Ti ricordi di Dolly Bell?” (Leone d’oro a Venezia)”. Ed è infine un libro sulla famiglia Sidran di Sarajevo e sull’opera poetica di Abdulah Sidran, legata all’anima e al destino della sua città. Libro che accende un dibattito – interrogativi e risposte – esplicito: chi vuole la fine della multiculturalità, chi vuole mettere “ordine e omologazione” nel mondo plurale che viviamo? Opera grande che si schiera per un mondo plurale: incrocio e mescolanza di culture diverse. Per una Sarajevo che nonostante la prova tragica del lungo assedio – aprile del 1992 febbraio 1996, il più lungo blocco subìto da un consorzio umano – ancora resiste e si batte per la città delle molte culture e religioni.
Infine nel 2010 viene pubblicato dall’editore Casagrande, “Grasso di lepre”, racconto in versi di Sarajevo, la città del poeta: spazio urbano dei miracoli, dei paradossi e delle profezie, asilo di piccole esistenze senza storia e, insieme, ago sismico della Storia, sul confine degli imperi. Sarajevo città crocevia, spazio del libero scambio di culture e religioni, umiliata e distrutta dall'assedio dei «quattro inverni» (aprile 1992-dicembre 1995). Sarajevo nuova Alessandria che, come Alessandria, vede bruciare le sue biblioteche e la multiculturalità piegarsi sotto i colpi dei nazionalismi. Abdulah Sidran è il poeta di una città un tempo felice e della sua agonia, di un Paese che ha avuto la sua «età dell'oro» e che è affondato nel sangue di una Storia sfigurata. Ma insieme al racconto della crisi e della dissoluzione del Paese composito degli «Slavi del Sud», i lettori troveranno in queste pagine anche l'eco di preghiere e testi sacri ebraici e musulmani, come il Kaddish per gli scomparsi e la prima Sura del Corano, al Fatiha, dove si celebra la sacralità della vita quotidiana. Attraverso lo spirito del luogo, Sidran parla così al mondo e la sua voce diventa quella di una critica radicale, la sua scrittura il luogo di una ferma invettiva verso i tempi regressivi che viviamo. Questa poesia è il balsamo amaro per una popolazione ferita, non solo in Bosnia-Erzegovina: il grasso di lepre che porta in superficie le schegge più profonde.
Ha partecipato con Casa della poesia dal 2004 al 2009 agli "Incontri internazionali di poesia di Sarajevo" e nel 2005 a "Pianeta Sarajevo" (Baronissi / Salerno).
Nel 2010 è di nuovo ospite di Casa della poesia per vari incontri (Napoli, Siena, Avellino).