Saúl Yurkievic è nato in Argentina nel 1931.
La sua opera si muove con identica intensità innovativa e trasgressiva su due binari, quello della critica e quello della poesia. Nella poesia possiamo annoverarlo fra quelli che, sulle tracce del Finnegans Wake di Joyce, o di Altazor di Vicente Huidobro, introducono nella letteratura elementi del music-hall, dei fumetti, della radio, del cinema, della televisione e delle telenovelas, delle canzoni popolari, ecc. C'è tutta una mitologia, con il suo caratteristico linguaggio, largamente diffusa dai mass media, che attraversa la poesia latinoamericana degli ultimi quarant’anni. Yurkievich ne è uno degli esempi più significativi. È inoltre particolarmente dotato per quelle operazioni di frantumazione e ricomposizione del linguaggio, o del “corpo” della madre lingua, dalle quali, secondo Barthes, scaturiscono il piacere o il godimento perverso, che possono rendere la scrittura, e quindi la lettura, attività esaltanti, orgiastiche e orgasmiche. Tutto ciò risulta evidente fin dalla sua prima raccolta, il cui titolo "Volanda linda lumbre" (1961), è già una felice invenzione ritmica ed omofonica. Nel suo libro "Ciruela la loculira" (1965) Yurkievich definisce così la sua estetica: «Polimorfica e politonale, associa liberamente l’annuncio classificato, la ricetta culinaria, lo scongiuro magico, i luoghi comuni, le formule pubblicitarie, la sciarada, gli indovinelli, il gergo burocratico...».
Altre opere poetiche: "Cuerpos" (1965), "Berenjenal y merodeo" (1966), "Fricciones" (1969), "Retener sin detener" (1973), "Rimbomba" (1978), "Acaso Acoso" (1982), "El trasver" (1988), "Vaivén, el ala del tigre" (1996).
Ha vissuto a Parigi dove ha insegnato alla Sorbona. Il 28 di luglio del 2005 è rimasto vittima di un incidente automobilistico, sulla strada di Avignone mentre tornava alla sua casa in Provenza.
Ha partecipato nel 1998 a "Latinoamerica – Lo spirito dei luoghi. Incontri internazionali di poesia" e nel 1999 a "Napolipoesia. Incontri internazionali di poesia".