Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Sidaja. 2001 Trieste

sidaja-2001
sidaja-2001
Sidaja. 2001 Trieste 09/09/2001 9/10 Settembre 2001
Teatro Sloveno
Trieste
PROGRAMMA
9 settembre, 2001
ore 20,30
Reading
Andres Ehin (Estonia)
Bogomil Gjuzel (Macedonia)
Jack Hirschman (Stati Uniti)
Jan Kaplinski (Estonia)
Miroslav Kosuta (Slovenia/Italia)
Ban'ya Natsuishi (Giappone)
Michele Obit (Italia)
Tomaz Salamun (Slovenia)
10 settembre, 2001
ore 20,30
Reading
Agneta Falk (Svezia / Inghilterra)
Sinan Gudzevic (Serbia / Croazia)
Umberto Mangani (Italia)
Carter Revard (Stati Uniti)
Carmen Yanez (Cile)
I confini sono muri, barriere, luoghi di separazione, ma anche varchi, ponti, luoghi di incontro. Dietro i confini spesso si celano i nemici, gli altri i diversi, ma dietro i confini ci sono anche i desideri, la voglia di conoscenza, l’identificazione con l’altro, un altro sé. Il noto e l’ignoto che dovrebbero essere separati nettamente e guardarsi in cagnesco si confondono, si miscelano. Eppure i confini sono anche ferite, cicatrici, tagli arbitrari, imposizioni, coercizioni. Ma sono anche muri da scavalcare, porte che si aprono, meraviglie da scoprire. E la poesia può essere proprio questo attraversamento di confini, luogo di incontro e di scambio. Terra di sperimentazione di nuove relazioni e di nuove possibilità.
Quando poi la città di confine è una città di mare, una città di porto, allora i confini sono ancora più labili, più mobili, sembrano seguire i movimenti delle onde, le risacche, le maree, essere preda del maestrale, della bora. Le città di confine e le città di mare sono anche ponti proiettati su un’altra riva, su altre terre, e ovviamente anche la poesia è ponte, è proiezione verso altri territori, verso altri luoghi dello spirito.