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04/04/2011
Fuoco Fuego
Avvicino il fiammifero al fogliame
e il fuoco prende senza inganno.
Lentamente la fiamma avvolge il legno
con lingue azzurre e rosse,
emblema di impazienza che dà pace.
Lentamente i rami saggiano i suoi scricchiolii,
la sua lingua di tremito e arsura
solcando l’estensione notturna,
il cielo inclemente che ci veglia.
Un altro anno in questi monti
il rito si ripete:
l’alone della luce che lampeggia,
il ballo immobile dei tronchi,
la voce a mezza voce e la bottiglia inesauribile.
Immerse nella notte elementare,
forme e altre forme che noi non vediamo
e che ci vedono, aghi di luce mobile
che passeggiano il suo sogno solitario sul filo delle stelle e dell’istinto.
Parliamo per parlare, e non ci sono parole,
l’oscurità le seppellì tra le sue pieghe
o ravvivano questo rogo che cola negli occhi.
Immerse nella notte elementare,
all’improvviso saltano scintille, l’aria ci mostra
il suo piumaggio segreto, il rosso vivo
del volo più fugace,
e già tutto è una danza, una tacita festa
in cui le nostre infanzie tornano a celebrare
la promessa che mai mantennero,
il fuoco che ancora ci consuma in tanti giorni che sono notti.
Acerco la cerilla a la hojarasca
y el fuego prende sin engaño.
Lentamente la llama envuelve la madera
con lenguas azules y amarillas,
emblemas de impaciencia que apaciguan.
Lentamente las ramas ensayan sus chasquidos,
su idioma de temblor y sequedad
cruzando la extensión nocturna,
el duro cielo que nos vela.
Un año más en estos montes
el rito se repite:
el cerco de la luz parpadeante,
el baile inmóvil de los troncos,
la voz a media voz y la botella inagotable.
Sumidas en la noche elemental,
formas y más formas que no vemos
y nos ven, alfileres de luz móvil
que pasean su sueño solitario
al hilo de los astros y el instinto.
Hablamos por hablar, o no hay palabras,
la oscuridad las enterró en sus pliegues
o avivan esta hoguera
que gotea en los ojos.
Sumidas en la noche elemental,
casi atomista,
de pronto saltan chispas, nos muestra el aire
su plumaje secreto, el rojo vivo
del vuelo más fugaz,
y ya todo es un baile, una tácita fiesta
donde nuestras infancias vuelven a celebrar
la promesa que nunca cumplieron,
el fuego que aún nos consume
durante tantos días que son noches.
(Gran angular, 2005)
Raffaella Maqrzano