Nel suo ultimo libro “Breviario iracheno”, Silvio Cumpeta, uno dei protagonisti di Sidaja 2004 – Incontri Internazionali di poesia, scrive: “Il turpe Impero / di questa babilonia americana distrugge babele / Un solo “yes” dominerà la terra”.
Sidaja (Si – Da - Ja), parola-titolo di questa manifestazione giunta al suo quarto anno di attività, è l’antidoto, per certi versi, alla peste dei linguaggi che li riduce a scheletri, inservibili a formulare pensieri complessi ed articolati; non un solo “YES”, dunque, ma tanti “SI” quante sono le lingue del mondo, per dire “NO” a quella miscela di egoismi e risentimenti che danno vita sempre a nuovi focolai di conflitto, di odio razziale, di persecuzione religiosa.
Perché questa magia dell’incontro tra realtà e utopia possa avverarsi, abbiamo ritenuto essenziale costruire anche questa quarta edizione di Sidaja a partire dall’elemento primario del corpo del poeta che legge il suo testo, ricongiungendosi in tal modo all’oralità della genesi della poesia.
Quindi abbiamo ancora una volta ridotto al minimo indispensabile quello che si frappone tra questo evento e chi ascolta, consentendo (anche attraverso la videoproiezione delle traduzioni) il contatto diretto, quasi fisico, una sorta di abbraccio del pubblico che riconosce il suo poeta.
Allo stesso modo abbiamo continuato a favorire la contaminazione tra linguaggi, insistendo sulla multimedialità, Continuiamo a privilegiare l’interazione tra poeti e musicisti, che offre a nostro avviso una nuova dimensione non solo emotiva, ma soprattutto espressiva.
Sidaja, dunque, l’incontro di persone diverse, la tolleranza delle differenze, l’augurio di una conciliazione, l’amore senza fine e il reciproco rispetto affinché ognuno di noi possa dire, dopo aver ascoltato e letto i versi dei poeti: “si, io sono Siriano!”, “si, io sono Bosniaco”, “si, io sono Americano”.
Sidaja 2004 – Casa della poesia
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SIDAJA - Incontri internazionali di poesia, manifestazione giunta alla sua quarta edizione, non sono solo tre giorni di poesia a Trieste, una semplice sequenza di letture, bensì un nucleo di un più ampio progetto di scambi interculturali, di “linguaggi della traduzione”. Leggere ed ascoltare poesia deve essere vissuta come una riconquista, una crescita. Quando poi si ascolta o si legge poesia straniera, allora, si ha il sapore della scoperta dell’altro, del desiderio di conoscere tutto ciò che è diverso da noi, il diverso da sè.
A me sembra che nel mondo, oggi più che mai, ci sia un bisogno della poesia, il bisogno di salvarsi nella poesia. Come scriveva il premio Nobel Brodskij:… poiché le civiltà sono qualcosa di finito, nella vita di ognuna viene il momento in cui il centro non tiene più. Ciò che allora salva dalla disintegrazione non è la forza delle legioni ma quella della lingua…”
Agli organizzatori di SIDAJA quindi l’augurio che questa iniziativa possa crescere di anno in anno, di arricchirsi vieppiù di presenze prestigiose, come i 10 poeti di questa edizione, lavorando attraverso l’espressione artistica, canale attraverso il quale costruire un dialogo tra linguaggi e culture diversi per poter, in qualche modo, acquisire una cittadinanza in forma di parole.
Roberto Antonaz
Assessore alla cultura
Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia